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SPECIALE BOLOGNA CHILDREN'S BOOK FAIR 2025:La poetica e le sonorità dell’anima di Jorge Luján candidato all’ALMA per l’Argentina.

martedì 8 aprile 2025



Jorge Luján è un poeta e musicista che ha un collegamento speciale con il mondo dell’infanzia, un canale privilegiato lo collega alla delicatezza dei sentimenti dei più piccoli e smuove di tenerezza quelli degli adulti. Conosciuto tanti anni fa, ha mantenuto sempre intatto l'incanto. L’incontro organizzato nel Poetry Corner da Junior Poetry Associazione Culturale è stato intenso, gioviale e coinvolgente. L’artista non ha presentato solo le novità editoriali, ma ha raccontato il suo percorso creativo con generosità. La moderatrice Giulia Zucchini, che con simpatici e incalzanti inviti lo spronava a donarsi, ha fatto in modo che godessimo di numerose letture, racconti e canti, che hanno creato un’atmosfera sospesa dal brusio della fiera, la platea era risucchiata nel suo magnetismo fatto di poesia, serenità, sorrisi e gentilezza. Un vero angolo di bellezza. Ha raccontato della sua infanzia, quando sua madre si accorse del talento, a soli due anni, nel riconoscere e copiare da qualsiasi oggetto che riportasse delle scritte, le lettere dell’alfabeto, un indizio su quello che avrebbe coltivato per tutta la vita: l’amore per le parole e la loro musicalità. “Le vocali sono i bambini e le consonanti gli adulti” e la relazione con le lettere è poesia, come nell’albo Volcancito nevado.


Ha raccontato di quando compone e lascia decantare le poesie, perché solo in questo modo arrivano le parole giuste, le parole migliori che si allacciano a quel verso poetico. Non rovinare una poesia è difficile e importante, ci vuole tempo e dedizione. La madre lo mandò a imparare a suonare il pianoforte perché, attenta, notò anche in quel caso una certa predisposizione, e fu un ulteriore passo verso la poesia, verso quelle sensazioni che lo portano a cercare punti di vista inusuali, unici. In Colors! Colores! Sono i colori a creare la poesia.



L’immaginazione libera in tutti i suoi libri, ma ci sono altri apporti peculiari che si rivelano nel suo percorso creativo: Jorge è anche un architetto e nel libro Pon los muros a soñar si percorre un vero viaggio tra architettura e poesia. Ci racconta di quando arrivò in Messico, dopo la dittatura argentina, e rimase impressionato dalla poetica dell’architettura preispanica, come le piramidi di Teotihuacan o Chichén Itzá. Ma anche la capanna ovale tradizionale di alcuni villaggi, costruita con materiali naturali, che per il poeta assume il valore di un luogo sacro, sempre aperto, atto a trovare la calma, la pace. Nel libro compaiono anche altri palazzi, è incentrato sull’architettura messicana nei suoi molteplici aspetti. [Segue video sottostante]


Quello che conta è che “il senso” deve avere più significati, altrimenti è un già sentito, invece, lo spazio e il suono delle parole indicano la via della poesia. [Segue video sottostante]


Il poeta dice che vuole “abitare” il poema, anche se a ognuno comunica qualcosa di diverso, quello che importa è che il triste e il felice risiedono in uno spazio e accadono nello stesso tempo. Come in quel momento di ascolto, con il sottofondo di brusio dei visitatori della fiera, un suono unico che ricorda il mare, permanente e costante, un momento unico che condividiamo e ognuno deciderà cosa tenere e cosa no. Ed è di nuovo poesia! L’incontro si è concluso con un canto mimato in cui abbiamo partecipato, un poema che alla fine ci ha fatto toccare il cielo con una mano. Jorge Luján vuole abitare la poesia, ma possiamo affermare che anche la poesia abita in lui.






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