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LA NOTTE DELLE MALOMBRE

lunedì 4 dicembre 2023

 


Gli stivali non fanno rumore, dice un vecchio proverbio. E invece la guerra fa un fragore assordante. Il silenzio è solo una pausa fragile tra l'esplosione di una bomba e il crollo di un palazzo, tra le urla di una madre che ha perso il figlio e il tramestio di piedi che corrono verso un riparo.

In Italia, dopo l'armistizio, quelli che prima erano gli alleati diventano i nemici.
9 settembre 1943: Operazione Avalanche. Gli americani sbarcano nel golfo di Salerno. I tedeschi, di contro, si spostano verso Napoli. Comincia così una guerra che vede scontrarsi in maniera contorta invasori e occupanti. Ed è la popolazione a subire le pene più devastanti. 
Questo il contesto che unisce le diverse vicissitudini di tre tredicenni, uniti però dallo stesso dramma.
Napoli, Salerno e dintorni vengono bombardati dagli Alleati.
La gente scappa alla ricerca di un cielo sicuro che non le cada in testa. Le fughe sfiancanti, la danza dei ricoveri, le notti infinite e le sveglie improvvise. I rifugi più solidi sono le grotte e le gallerie ferroviarie, dove però i pericoli sono poco più dissimili della morte stessa: malattie e infezioni e, ancor di più, gravi incidenti.
Le vicende dei tre vengono dapprima raccontate separatamente, un capitolo ciascuno, e, come un diario, le date scandiscono il filo degli accadimenti.
Brando Carenza, segnato dalla brutalità degli eventi, ha dovuto scordare la gioia e diventare un uomo per non soccombere. Costretto con la famiglia a rifugiarsi negli scantinati. Ascolta il vento. Le parole le ha perse dentro di sé.
Nora Moscati, ugualmente forzata a lasciare casa insieme ai genitori. Lei sola vede qualcosa che agli occhi degli altri non esiste.
Rocco Saturno che pensa solo a se stesso. Come tanti altri ragazzi è obbligato a far parte di bande di predoni per raccattare qualche spiccio o merce da scambiare al mercato nero.
Tutti caduti in malora e forzati ad abbandonare le proprie vite, a fuggire da un posto all'altro, come colonie di formiche a cui hanno distrutto il nido, in tane improvvisate  e con scarse provviste.

La guerra insegna a ridere di tutto, così come ammaestra lo stomaco affamato a digerire qualsiasi cosa.

Non bastava la guerra. Delle presenze oscure appaiono a Nora quando è a letto. Vogliono il suo respiro. La nonna le chiamava le Malombre.

... spiriti in pena che tormentavano gli altri perchè la loro misera condizione li ha resi cattivi.

La loro comparsa è avvisata puntualmente dal solito ronzio. Figure dai contorni indefiniti e dai lineamenti mobili, come fumo nero. I loro tratti ricordano quelli di una donna anziana, ma in loro non c'è niente di umano.
La descrizione di ciò che produce la guerra permea ogni pagina del racconto e tocca anche gli animi più duri. La fame che consuma i bambini, la disperazione di una mamma costretta a vendere gli affetti più cari per un pezzo di pane o di chi, a fatica, strappa dagli scogli patelle per guadagnare due soldi. Si combatte e si muore. E a farne le spese sono soprattutto i più poveri.
Lo spaccato di una Napoli di ottant'anni fa ci immerge nei vicoli, negli odori e nelle abitudini. Nelle credenze popolate da una religiosità sincretica, dove il sacro si mescola con il profano. Mai viaggiare di martedì o venerdì senza la figurina di San Cristoforo. O basta una civetta ad impedire di raggiungere la meta agognata.
Nei pensieri e in alcuni dialoghi viene usato il dialetto, specialmente quando ad uscire sono parole che pesano sul cuore.

C'hanno fatto turnà al Medioevo stì cafun'...

Poi per tutti e tre i nostri protagonisti l'obiettivo diventa il medesimo: fuggire, e le loro storie si uniscono. 
La Lucania sembra la sola meta difronte ad un orizzonte di disperazione. L'unico modo è salire su un treno merci diretto a Potenza: l'8017. Uno di quelli che poi verranno chiamati "i treni della fame".
E qui di nuovo entra in scena la Storia...
Brando, Nora e Rocco si ritrovano prigionieri del viaggio della speranza come, nel non così lontano 1944, si imbatterono circa seicento disperati, stipati come sacchi e in condizioni disumane, solo per cercare di arrivare a scambiare qualche avere per un pò di cibo.

...la triste sfilata di chi per sopravvivere ha preso un treno che l'ha condotto ad una destinazione senza ritorno.

La locomotiva non arrivò mai a Potenza, forse a causa del maltempo, forse perché il peso dei vagoni era enorme da tirare su per aspre pendici e attraverso decine di gallerie. Il treno fermò la sua corsa all'interno della "Galleria delle Armi", dove la maggior parte dei viaggiatori perse repentinamente la vita a causa dei fumi di monossido di carbonio. O magari delle perfide Malombre.
E dentro al lugubre, al ripugnante, al terrore, la scrittura di Castagna avvolge il lettore in un susseguirsi di metafore, forgiate con una tale ricchezza di parole da renderne il linguaggio pura poesia.
La bellezza di questo romanzo sta specialmente nel modo in cui è costruito, nel suo scheletro strettamente allacciato alla verità storica, alle vicende realmente accadute in quegli anni, al meticoloso resoconto di luoghi e persone, abbigliamenti e abitudini, ai quali si sovrappone l'immaginazione. Non pura fantasia. Non macabro o fantascientifico, ma immaginario. Una paura ancora più potente, perché insita e vicina. Perché ad ad essere descritti non sono mostri così distanti da quelli che, ancora oggi, fanno parte delle nostre tradizioni popolari e radici più profonde.

Per voi Piccoli Lettori Crescono




INFORMAZIONI TECNICHE

TITOLO: La notte delle malombre
AUTORE: Manlio Castagna
EDITORE: Mondadori
COLLANA: Oscar Bestsellers
DATA DI PUBBLICAZIONE: 2022
PAGINE: 271 p.
FORMATO: Brossura
ETÀ DI LETTURA: + 11 anni
ISBN: 978-88-04-74802-L
PREZZO INDICATIVO: € 11,50



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