I bambini hanno la capacità di rinnovare la vita come pratica eterna e
spensierata.
Il compito dell’infanzia sta nel ricordare il nuovo. (W. Benjamin)
Il compito dell’infanzia sta nel ricordare il nuovo. (W. Benjamin)
Walter
Benjamin è stato una delle figure di cultura e umane più interessanti,
eclettiche, caleidoscopiche dello spazio tra le due guerre: critico letterario,
filosofo, traduttore, sociologo, profondamente innestato nella cultura ebraica
alla quale doveva le sue origini, e seguace del marxismo di Lukács, fu capace
di uno sguardo eterogeneo, acuto, lucido sul senso e sul percorso della storia,
sul significato del tempo e della memoria. Rifiutò in termini filosofici l’idea
di un processo lineare e progressivo-progressista della storia, era convinto
che la narrazione delle trame della storia fatta a posteriori dimenticasse
spesso frammenti impercettibili, che invece avevano avuto un ruolo nel
dipanarsi degli eventi.
L’interesse
del filosofo berlinese per il mondo dell’infanzia e della letteratura per
l’infanzia s’inserisce dunque in quest’ordine di cose: il tempo nella
dimensione narrativa del mondo dei bambini costituisce la nicchia, il
nascondiglio, il luogo segreto nel quale accrescere e potenziare il proprio
essere nel mondo. E così anche lo spazio fisico e il potere immaginifico della
lettura nei bambini, secondo Benjamin, più che essere uno strumento per
acquisire conoscenze e competenze, costituisce invece una dimensione di
potenziamento nella misura in cui il bambino immerge se stesso nel processo di
lettura e nel gioco del leggere.
Fu
collezionista appassionato di albi illustrati, ideò e portò avanti, finché la
censura nazista glielo concesse, un programma radiofonico rivolto agli
ascoltatori dai dieci ai quindici anni, fece memoria viva della sua infanzia, convinto
che il tempo/spazio dell’infanzia fosse, anche personalmente, il pozzo da cui
risalivano elementi vivi del suo pensiero filosofico.
È anche da questa prospettiva che nasce il libro dedicato a Benjamin e ai suoi ritratti di bambini da parte di Else Edizioni, una casa editrice che ha fatto del processo di stampa serigrafica non solo una modalità specifica di lavoro, ma uno strumento civico e di impegno sociale, convinti che nell’intelligenza delle mani si possa riscoprire il senso comune delle radici culturali cui le diversità di origini ci riportano. Ricordo e conservo con estrema cura il loro primo libro, Radici, realizzato da un gruppo di donne e uomini richiedenti asilo, rifugiati e migranti che hanno potuto in quella circostanza, sperimentare la propria voce, attraverso la narrazione delle loro storie, e il proprio personale linguaggio creativo attraverso un libro interamente fatto a mano.
Il
libro dedicato a W. Benjamin seleziona alcuni ritratti di bambini scritti dal
filosofo: bambino che legge, bambino nascosto, bambino arrivato in ritardo,
bambino goloso, bambino sulla giostra, bambino disordinato, bambino nascosto, e
li ripropone, illustrandone l’essenza, grazie allo straordinario lavoro di
Gabriella Giandelli. Si tratta di ingrandimenti, come il titolo suggerisce, in
cui Benjamin sembra stare sul crinale delle due dimensioni, adulto e bambino,
sconfinando ora da una parte ora dall’altra, riuscendo a cogliere in gesti
impercettibili il sentire infantile, il
modo specifico di guardare le cose della realtà, come in questi scorci:
Leggendo si tappa le orecchie, il suo libro giace sempre su un piano troppo alto rispetto a lui e una mano sta sempre su una pagina. Per lui le imprese dell’eroe vanno ancora lette, in quel vortice di lettere, come si leggono figura e messaggio nel turbinio dei fiocchi di neve (bambino che legge)
Oppure ancora:
I suoi cassetti devono trasformarsi in arsenale e serraglio, museo del crimine e cripta. “Mettere in ordine” vorrebbe dire distruggere un edificio pieno di castagne spinose che sono mazze ferrate, cartine di stagnola che sono un tesoro d’argento, cubetti delle costruzioni che sono bare, piantine grasse che sono totem e monetine di rame, scudi di guerrieri (bambino disordinato)
A compenetrare i ritratti di Benjamin ci sono gli
ingrandimenti dell’illustratrice, Gabriella Giandelli, che percorrono lo stesso
crinale dell’autore, con uno sguardo da fuori, adulto, giudicante,
nell’immagine posta accanto al testo, e uno sguardo sul dentro, un tripudio
dell’immaginifico mondo che si cela inespresso nell’intimo del bambino, una
visione prospettiva colta dal basso, dallo stesso punto di osservazione dei
protagonisti. Per questo gli oggetti rappresentati diventano così grandi,
perdono i confini delle cose usuali cui paiono assomigliare, diventando invece
nello sguardo bambino elementi magici e potenti.
(bambino che legge)
(bambino disordinato)
In queste illustrazioni ci si sta dentro, ci si cade quasi, ci si viene catapultati, con il segreto desiderio di poter abitare nuovamente spazi così pieni di significato. L’illustratrice dà prova di una capacità grande nel saper cogliere gli sguardi dei protagonisti, assoluti, intensi, quasi sorpresi dal tratto dell’artista, come fosse un’istantanea, scattata al momento, con tratti lineari su un fondo completamente bianco e poi, voltando pagina, ci si ritrova dentro, dietro quegli sguardi, in punta di piedi, con il timore di essere troppo grandi per poter ancora giocare.
(bambino disordinato)
In queste illustrazioni ci si sta dentro, ci si cade quasi, ci si viene catapultati, con il segreto desiderio di poter abitare nuovamente spazi così pieni di significato. L’illustratrice dà prova di una capacità grande nel saper cogliere gli sguardi dei protagonisti, assoluti, intensi, quasi sorpresi dal tratto dell’artista, come fosse un’istantanea, scattata al momento, con tratti lineari su un fondo completamente bianco e poi, voltando pagina, ci si ritrova dentro, dietro quegli sguardi, in punta di piedi, con il timore di essere troppo grandi per poter ancora giocare.
Un
libro di una bellezza straordinaria, che non sta solo nel risultato estetico
che ne viene fuori, ma nel processo di creazione, quello della stampa serigrafia, che fa dei gesti di produzione, memoria di un sapere antico e nuovo allo stesso tempo, capace di dare profondità, spessore e corpo ai disegni.
Il
libro è in edizione limitata, ha una preziosa postfazione di Grazia Honegger
Fresco, e in dono una riproduzione serigrafica della bambina disordinata.
Questo è un
libro consigliato a tutti, ai grandi che proprio in questi tempi di così
lancinanti contraddizioni devono potersi interrogare sul senso della storia e
della memoria e dunque anche sul senso di una pedagogia, che faccia dell’una e
dell’altra, terreno fecondo di crescita: gli scritti di Benjamin sull’infanzia
e sulla letteratura a essa dedicata hanno questo a cuore.
Ma è
anche un libro dedicato ai bambini, quelli che ci girano intorno, a volte vorticosamente,
tentando di seguire le nostre mirabolanti piroette, perché nel leggerlo insieme
possano ritrovare il tempo e il senso del loro essere ancora bambini.
Autore:
Walter Benjamin
Illustratrice:
Gabriella Giandelli
Editore:
Else
Pagine: 32
(in due colori serigrafici)
Formato:
illustrato (27,5x27,5)
ISBN:
978-88-9410-5636
Età: per
tutti
Prezzo:€ 35
Per Piccoli Lettori Crescono