Una domanda che è principio di ogni ricerca di relazione, inizio di un dialogo, che in questo libro è certamente la cifra di significato sia nella parte testuale che nel lavoro iconografico.
Le curatrici, Gaia Cianfanelli e Elisabetta De Lucia, ci raccontano nella post fazione di come l'idea del libro sia nata da una residenza d'artista che Futura Titta Ferrante, l'artista appunto che ha realizzato le foto, ha fatto all'interno del Parco Chigi.
In quella circostanza il lavoro di restituzione fotografica del contesto naturale del Parco Chigi aveva anche il compito, una volta esposto per le vie della città di Ariccia, di ricucire una tessitura urbana con uno spazio ricco di storia e di storie oltre che di verde, chiuso tuttavia al pubblico.
Poi da qui è sorta l'idea di mettere in dialogo il lavoro dell'artista e l'artista stessa con l'infanzia e con i due bambini che hanno partecipato al dialogo e alle riprese fotografiche.
Un dialogo che ha richiesto un ampliamento dello sguardo che dal bosco del Parco Chigi è arrivato fino al mare, alla spiaggia, tenendo insieme gli elementi che compongono la terra, la natura del bosco, l'acqua del mare, la vita dei bambini e mettendo in luce quella trama sottile di comunanza che re-esiste dentro ogni cosa del creato cui tutti apparteniamo.
Il lavoro poi del grafico ha fatto il resto, costruendo con un linguaggio grafico le immagini che fanno da contraltare alle fotografie, generando uno spazio di silenzio visivo capace di lasciare al lettore un tempo sospeso in cui stare al cospetto delle domande e delle riflessioni.
Nascono allora riflessioni che sono esistenziali e filosofiche, e che si fanno casa nei corpi dei bambini, tra un'onda del mare e la sabbia che si deposita sulla loro pelle.
È un corpo la terra?
Prima il mappamondo era tutto sott'acqua e non esistevano gli uomini né gli animali di oggi
Prima quando?
Prima di noi