Non bisogna mai, per nessuna ragione, sciogliere il nodo e aprire il sacchetto.
Marina è una studentessa del Liceo Sforza di Milano, ha un’amica del cuore, Sabri, ma anche dei compagni che fanno di tutto per farla sentire a disagio, l’attacco più meschino è per la sua dislessia. Anche in famiglia non mancano i problemi: i genitori si sono separati, il padre è andato a vivere in un’altra città e lei si è trasferita da poco nella casa della nonna materna, Obaa-chan, di origine giapponese. Era una insegnante nell’accademia Mirano Nihonjin Gakuin, MNG, la scuola nipponica di Milano. Osservando la scrivania della nonna, Marina trova per caso un sacchetto di stoffa chiuso con un nastro, c’è un simbolo e un biglietto: “A Mari, per i tuoi sedici anni”.
La nonna è mancata improvvisamente, ritrovare questo suo dono, dedicato, la emoziona, anche se si tratta di un oggetto molto particolare. Marina ha pochi ricordi della nonna, perché nel tempo si sono allontanate, il resto della famiglia è completamente occidentale e nessuno ha portato avanti le tradizioni riguardanti il Giappone. Marina ha ricordi confusi e lontani, ma sa riconoscere in quel sacchetto un omamori, si tratta di un amuleto, all’interno contiene un foglietto arrotolato in cui è stata scritta la preghiera di protezione, e non va mai aperto, altrimenti non funziona più. Tradizione, folklore o vecchie credenze che riguardano antiche divinità, a Milano non trovano facile collocazione, se non nella scuola per studenti giapponesi, esattamente davanti alla nuova residenza di Marina. Lo studio della nonna e la scuola in cui lavorava diventano un prolungamento di quel lontano paese, che è distante sia geograficamente che culturalmente.
Marina avverte prepotentemente il bisogno di trovare il suo posto nel mondo, affronta quel disagio comune a tutti gli adolescenti, soprattutto ora che tutto si sta rimescolando anche nei rapporti familiari. La protagonista avverte un ardente desiderio di sperimentare, combatte tra i timori e l’audacia, afferra al volo un’opportunità offerta dal liceo che scombinerà ancora di più la sua giovane vita: il gemellaggio con l’accademia giapponese, potrà frequentare la scuola, con divisa e tutto il resto, da aprile a novembre. L’amica Sabri se ne andrà in Inghilterra, il loro primo progetto, ma Mari sente di voler riscoprire anche le sue origini, per ritrovare ricordi dell’amata nonna, che lì era tanto stimata.
Inizia il gemellaggio, che Mari spera sia un radicale cambiamento in meglio, e si rivela l’inizio di un’avventura straordinaria. Entrare nell’edificio è come attraversare un portale che catapulta direttamente in Giappone: tutti i rituali, le abitudini, le regole, i pasti, le attività, da quelle scolastiche ai club ricreativi, sono fedeli al paese del Sol Levante, l’occidente resta chiuso fuori dal cancello.
Mari condivide l’esperienza con un bizzarro compagno del suo liceo, appassionato di Manga, un po’ sopra le righe, e la cosa non la entusiasma. Per integrarsi, invece, si rivelerà un inatteso amico, perché di fondo c’è una nuova consapevolezza, che si rafforzerà con il tempo: nulla è mai troppo semplice e a volte è ben diverso da come appare. Il disagio, quindi, si può ripresentare ovunque, anche con diversi scenari, viene da sé che conoscere davvero gli altri, e anche se stessi, è un percorso molto intenso, non privo di sorprese, gioie e dispiaceri, per non parlare della sorpresa amara dei tradimenti.
Il romanzo inizia come una storia di formazione, e di fatto lo è, ma il contesto diventa presto avvolto da segreti e misteri, come il ritrovamento dell’omamori della nonna preannunciava. Potremmo definirlo un urban fantasy, infatti il primo indizio arriva quando Mari scopre che è l’unica a vedere il Torii, un portale di ingresso dei templi shintoisti che separa il cortile dallo spazio sacro che si trova dall’altro lato. Tutto lì è diverso dalla vita fuori, nella stessa Milano, ma resta assolutamente reale, se non fosse per quel Torii…
Mari s’interroga, è confusa sia per quello che fa fatica a capire che per quello che non riesce a ricordare. Non è del tutto un pesce fuor d’acqua perché conosce la lingua, sa leggere i due alfabeti principali, qualche simbolo Kanji, ma sa che ha ancora molto da imparare, e anche da scoprire. I nuovi compagni sono interessanti, non tutti accoglienti, intuisce che la scuola perfetta forse non esiste, ma qui gli stimoli sono più appassionanti, anche la dislessia di Marina pare scomparire davanti a un diverso metodo di scrittura, e anche per questo l’affascina il più esclusivo club, quello di shodo, dove si affina l’arte della scrittura, che un tempo era guidato da sua nonna. Eppure, tra gli entusiasmi, le risuona una sensazione di mistero, senza immaginarne i pericoli.
The Kanji Academy racchiude storie, amori, tradimenti, incomprensioni, sfide, amicizie, famiglie ingombranti, attrazioni e repulsioni, amori affascinanti, ma anche subdole strategie, triangoli, fino ai misteri sul potere magico dei Kanji più antichi. I personaggi sono ben approfonditi, riservano sorprese, svolte, i disagi dell’adolescenza si misurano con le diverse culture, l’atmosfera ricorda il mondo elettrizzante di Hogwarts, dove i babbani vivono all’oscuro del lato magico del mondo.
La realtà ha i piedi ben piantati a terra, ma un lato magicamente gotico sfugge dal perimetro del circolo segreto, antichissimo e oscuro, trasformando la scuola MNG in una dark academia. Nella narrazione ci sono tante citazioni, reference, e molti termini giapponesi che non spaventano il lettore meno avvezzo, poiché l’autrice lo accompagna con leggera premura, inserendo traduzioni e brevi spiegazioni dove necessita, lasciando che l’atmosfera resti avvolgente, senza perdere il suo fascino, piuttosto accrescendolo. In appendice c’è anche un piccolo glossario.
Per i lettori appassionati di Manga e Anime, questo romanzo è gustosissimo; per chi ama il Giappone e la sua cultura, non potrà che trovarsi a proprio agio; per chi non ha così tanta dimestichezza, rappresenta l’occasione per entrare in un mondo magico, ma anche reale, e decisamente accessibile e interessante, da scoprire con l’aiuto dell’autrice che non lascia mai a sé stesso il lettore.
Questa storia coinvolge, appassiona, è piena di stimoli, offre scenari inaspettati, dinamiche vivaci, ragazzi e adulti complessi, tanti nodi da sciogliere, invoglia a scoprire, conoscere, e non lascia indifferenti. Il ritmo è brillante, incalzante, e i tratti descrittivi sono utili a immergere il lettore nell’atmosfera evocata dall’autrice. Si direbbe che non finisca qui…, chissà!
Per ora, The Kanji Academy è una piacevolissima lettura che, nonostante le oltre cinquecento pagine, scorre molto velocemente, è una parentesi nella realtà in cui si vorrebbe tornare per saperne di più, e il personaggio principale diventa un’amica, che cresce e che si lascia scoprire con una spiccata simpatia.
Buona lettura!
Informazioni tecniche
Titolo: Thr Kanji Academy
Autore: Valentina Torchia
Editore: DeA ragazzi
Codice: EAN 979-1221207866
Formato: 21x14 cm, brossura copertina flessibile
Pagine: 525
Prezzo indicativo: € 16,90
Età di Lettura: YA, adolescenti, +14