Oggi vorrei sperimentare con voi un modo nuovo di raccontare un libro.
L’ho sempre fatto nel modo consueto, di leggere e rileggere con attenzione un romanzo, un albo illustrato, per poi offrire al lettore le ragioni per le quali, secondo me, quel libro va assolutamente letto.
Oggi vorrei farlo con chi questo bellissimo libro lo ha immaginato, desiderato e costruito, START EDIZIONI, che con UN POSTO OBLIQUO è al suo esordio come casa editrice.
Ma facciamo un passo indietro, la casa editrice infatti rappresenta una sorta di evoluzione, direi quasi naturale, di un progetto molto bello e che da quasi dieci anni sta raccogliendo ampi consensi sia tra la cittadinanza che nelle amministrazioni, che è l’ASSOCIAZIONE START.
Cos’è ASSOCIAZIONE START, come nasce e cosa fa nel territorio di Ariccia, dove ha sede? E come mai avete sentito l’esigenza di far nascere da quel progetto anche una casa editrice?
La parola a Giuliana Riunno e Gaia Cianfanelli di ASSOCIAZIONE START.
Giuliana e Gaia: Start è un'associazione che ha sede ad Ariccia, nasce nel 2004 come associazione di curatrici con l'idea di scardinare il ruolo individuale del curatore per divenire soggetto collettivo e provare a stabilire nuove dinamiche relazionali con il mondo dell'arte contemporanea. Dal 2013 si concentra sul territorio dei Castelli Romani e in particolare su Ariccia provando a formulare possibili risposte a bisogni e mancanze percepiti. Nasce così un progetto curatoriale per uno spazio per l'arte contemporanea sull'Altana di Palazzo Chigi e in parallelo un progetto educativo che possa mediare l'approccio con le opere contemporanee in un di un territorio poco pronto ad accoglierle. Inizia qui l'avventura di start ad Ariccia, per vie traverse, con curve e deviazioni ma con la coerenza e l'obbiettivo chiaro di radicarsi fortemente ai bisogni della collettività. Nel 2014 nasce la Biblioteca Attiva, la prima biblioteca pubblica di Ariccia, in cui i libri entrano con le azioni culturali e con un'utenza preparata e partecipe, un progetto di comunità per la creazione di un luogo pubblico che sia realmente riconosciuto da chi lo vive, in cui riconoscersi. La Biblioteca nasce da un progetto educativo che si chiama “Diario di un viaggiatore nella propria città” e affianca l'Istituto comprensivo di Ariccia per l' educazione ai linguaggi visivi. Ogni partecipante segue il progetto, che prevede quattro incontri l'anno, per gli otto anni della scuola primaria e secondaria di primo grado. Vediamo in questa costanza e continuità uno dei più importanti risultati raggiunti nel tempo. Imparare a leggere e scrivere un qualsiasi linguaggio ha bisogno di tempo ed essere riuscite a strutturare un percorso continuativo di 8 anni crediamo possa davvero fare la differenza. Nel 2021 è uscito un libro “Diario in viaggio”, insieme alla casa editrice les cerises che racconta quest'avventura e propone metodologie, visioni e azioni educative che prendono spunto dal percorso di Ariccia per arrivare nelle mani di nuovi curiosi come stimolo per nuove avventure. Questa è stata la nostra prima esperienza editoriale e forse è da qui che abbiamo iniziato a pensare che fare libri potesse riuscirci bene. Non siamo propriamente una casa editrice, ma rimaniamo un'associazione che ha sempre trovato nei libri punti di partenza o di arrivo insostituibili per la propria progettualità. Tantissimi li abbiamo a disposizione grazie allo splendido lavoro di case editrici più o meno piccole italiane o straniere. Per quelli che ci mancano, abbiamo pensato che fosse possibile provare a dare risposte noi stesse.
C.P.: parliamo ora di UN POSTO OBLIQUO: ho letto la storia, scritta da Federica Iacobelli, che mi ha letteralmente sradicato dalla realtà e fatto immergere nella dimensione onirica del viaggio del protagonista, Renato, un ragazzo che misteriosamente deve entrare nel vasto bosco del Parco Chigi per recuperare due pecore che sono state dimenticate lì, dopo esservi portare per girare alcune scene di un film. Si tratta di un viaggio di formazione, che porterà il protagonista a esplorare non solo gli spazi fisici del bosco, ma anche quelli intimi e personali, per perdersi a volte, non riconoscersi, in un processo che diventa quasi osmotico tra le proprie emozioni e quelle delle creature che incontra, fino poi a ritrovarsi, nella sua voce, nelle sue scelte.
Giuliana e Gaia: Per assurdo è nata prima l'idea di collana che l'idea del libro. SCOPRI vuole essere un luogo di sperimentazione di dinamiche diverse rispetto a quelle abituali nei processi di creazione del libro. Volevamo che fossero autori e autrici stessi i primi a scoprire: nuovi luoghi, nuovi incontri, nuove modalità di creazione. Volevamo capire e sperimentare se fosse possibile un dialogo diverso, che corresse realmente di pari passo, tra testo e immagine e in generale, tra linguaggi diversi che potessero emergere da un’esperienza condivisa davvero, partire e scoprire, noi curatrici e le autrici, insieme. E poi crediamo che il nostro territorio, marginale, spesso bistrattato, che negli anni si è inglobato alla città acquisendo specificità più commerciali che culturali, abbia tantissimo da raccontare, da far scoprire e riscoprire. Con “diario di un viaggiatore nella propria città”, complice anche il periodo covid e l'esigenza di spazi aperti, abbiamo negli ultimi anni cominciato a lavorare su Parco Chigi, un luogo unico per storia, memoria e biodiversità. Un luogo divenuto pubblico ma per assurdo, sempre meno presente nella coscienza collettiva. Come avvenuto per la biblioteca siamo convinte che conoscere, sperimentare, agire i luoghi reali per immaginare insieme orizzonti possibili, sia un ottimo modo per creare cittadinanza attiva, consapevolezza e comunità. Abbiamo quindi pensato che questo luogo così speciale avesse bisogno di essere vissuto, agito, sperimentato e poi anche raccontato e riraccontato attraverso lo sguardo e la voce di artisti del nostro tempo. E' stato quindi abbastanza immediata la scelta del primo titolo di SCOPRI. E da qui anche la scelta delle persone da coinvolgere come autrici, che avessero l'interesse, il piacere, lo stile per raccontare questo luogo e che potessero meravigliarsi, innamorarsi e restituire questo stupore a lettori e lettrici.
C.P.: so che per la realizzazione del progetto siete partite da una residenza d’artista proprio all’interno del Parco Chigi, cui hanno partecipato l’autrice e l’illustratrice. Come mai avete intrapreso questo percorso? Non è consueto infatti nella progettazione di un libro pensare non solo di far incontrare autore e illustratore, ma anche di costruire insieme il nucleo narrativo sul quale poi lavorare.
Giuliana e Gaia: la residenza d'artista è stata appunto la modalità scelta fin dall'inizio per la collana. Una possibilità di incontro reale, in cui immergersi insieme nel luogo e sperimentare le prime idee, le prime bozze in un confronto continuo, per nutrirsi a vicenda e ripensare le proprie intuizioni in base all'incontro con l'altro. Una modalità mutuata dalle pratiche artistiche contemporanee ma che nasce anche dalla nostra esperienza educativa e progettuale in cui i tanti frammenti delle intuizioni individuali trovano una forma completa e complessa grazie al confronto e alla pluralità degli sguardi. Questa mobilità continua nella ricerca, il ripensare e ripensarsi grazie all'altro è qualcosa che crediamo sia di vitale importanza per il nostro lavoro, è quello che chiediamo a ragazzi e ragazze che ci seguono nei progetti educativi, è una capacità prettamente umana che ci mette in relazione e ci è quindi venuto spontaneo pensare che potesse essere un buon modo per far nascere un libro.
Il libro è stato il nostro spazio curatoriale, abbiamo visualizzato ed immaginato un percorso, abbiamo mediato i due diversi linguaggi, quello di Gioia e Federica, cercando di sintonizzarli, lavorando sulle peculiarità di ognuna. Abbiamo fatto spazio ad un’opera complessa perché partivamo da un luogo reale, ricco già di storie ma riconosciuto e scoperto in un passato non nostro, musealizzato da una parte e abbandonato dall’altra. Abbiamo sentito l’esigenza con la complicità delle artiste di regalargli un nuovo racconto.
C.P.: il libro rappresenta anche da un punto di vista grafico e tipografico una sorta di scrigno all’interno del quale vengono custoditi, attraverso la narrazione di Federica Iacoebelli e le illustrazioni di Gioia Marchegiani, i tesori storici, archeologici, culturali e botanici del Parco Chigi.
Questo libro nasce nelle vostre intenzioni anche come oggetto d’arte?
Personalmente mi ha colpita il tipo di rilegatura, che consente nell’apertura delle pagine una visione ampia delle illustrazioni, ma anche della scrittura che quasi diventa figura anch’essa nel suo fluire, diventando a pieno significante e significato al tempo stesso. Anche il formato è molto interessante e, pensandolo nelle mani dei giovani, mi sembra che possa rappresentare ancora una volta uno scrigno, un taccuino di viaggio, attraverso il quale lettore e il protagonista possano compiere insieme la loro esplorazione.
Giuliana e Gaia: più che altro crediamo fortemente che la bellezza possa stare nella coerenza. Che forma e sostanza vadano di pari passo. Abbiamo scelto fin dall'inizio un formato piccolo, atipico per un libro illustrato, tanto più per un libro così tanto e così ben illustrato. Questo perchè vorremmo che fosse un compagno di viaggio. Lo abbiamo immaginato tra le mani e nelle tasche di lettori e lettrici piccoli e grandi, che lo aprono e lo sfogliano tra un'esplorazione e l'altra. Un libro agile, da tenere con sé, da riaprire, riguardare, riscoprire più e più volte, magari dentro il Parco a fare da guida, o da sbirciare per un rapido confronto tra realtà e finzione. Questo comportava ovviamente uno spazio risicato per le immagini e la riflessione sul tipo di rilegatura è stata lunga e complessa. Il libro doveva aprirsi totalmente, di questo eravamo certe. Ci è venuta incontro la tipografia services4media di Pomezia che ci ha mostrato un tipo di rilegatura a vista che ci piaceva molto. Inizialmente avevamo previsto una copertina con dorso e una rilegatura svizzera e, dopo molti tentativi, negli ultimissimi giorni di prove di stampa abbiamo trovato la soluzione che è poi quella definitiva, che è andata a semplificare molto l'idea iniziale trovando secondo noi la giusta essenza di ciò che cercavamo. Come si dice, togliere è sempre più difficile che aggiungere. Ci piace anche l'idea di un libro senza dorso, o meglio, senza informazioni sul dorso, per una collana che si chiama Scopri. “Scoperta”, “esplorazione”, sono parole abusate in questo nostro tempo che richiedono invece davvero un tempo più lento e un'attenzione reale, una ricerca e una disponibilità spesso poco coltivate. Ci piace quindi che in una libreria tra titoloni e grandi stemmi di case editrici ci sia un libro che apparentemente non dichiari niente, ma che a poco a poco si svela a chi avrà la curiosità e la voglia della scoperta.
Sul progetto grafico abbiamo collaborato con Francesco Sanesi, che con la sua sensibilità e il suo lento e minimalista intervento crediamo abbia dato un'ulteriore chiave di lettura alla storia. Punti di vista, inquadrature, un quadrato che si ripete fino a diventare alla fine una sola idea visiva, che dialogano in maniera discreta ma precisa con le immagini, hanno creato varchi e scorci su nuove possibili interpretazioni. Anche le parti di testo in color ruggine, più grandi rispetto al resto sono nate a libro praticamente finito creando non pochi problemi ad un impaginato già molto strutturato, ma crediamo che abbiano dato un senso ulteriore a quella che era la nostra idea di libro e soprattutto delle sue tante fruizioni possibili. Fin dall'inizio abbiamo dato una grande importanza all'aspetto grafico, un altro linguaggio indispensabile in questo nostro tempo. Abbiamo bisogno di cura dell’immagine e l’intervento di Francesco mette possibili accenti, propone spunti visivi e tira quel filo ruggine che attraverso uno sguardo obliquo si intravede tra le immagini e le parole.
C.P.: avete già accompagnato il libro all’incontro con il giovane pubblico cui è destinato, che impressione ne avete ricavato?
La lettura, soprattutto nella fascia di lettori adolescenti, è spesso fragile, poco assidua, restando purtroppo sempre un’esperienza di nicchia. Pochi adolescenti leggono con continuità e consapevolezza. Questo che dico è anche frutto della mia esperienza con il gruppo di giovani lettori che da diversi anni conduco nella biblioteca del mio quartiere. Quindi pubblicare libri destinati a quella fascia di età è un atto di grande coraggio. Voi però riuscite a entrare in relazione con i giovani anche grazie ai vostri meravigliosi progetti. Nelle scorse settimane avete realizzato il progetto il Parco dei Miracoli, che ha visto partecipare per una intera settimana artisti di teatro di figura nella realizzazione di sagome di carta e fil di ferro, ispirate ai personaggi del libro, per poi dare vita a una straordinaria parata di comunità. Dalle foto che ho visto mi è sembrata una cosa bellissima, anche perché la cittadinanza è stata coinvolta a dare corpo, un corpo luminoso, a Renato e agli altri personaggi di Un posto obliquo. Una parata assai significativa anche da un punto di vista metaforico, dal momento che le figure di fil di ferro, create a partire dal libro, sono diventate luminose per le vie della città e dentro il parco. Le storie allora mi viene da dire possono diventare corpi luminosi e camminare vivi per le strade grazie ai corpi di noi esseri umani.
Quali sono le vie per raccontare un libro e per avvicinare i giovani alla lettura, secondo voi?
Giuliana e Gaia: come dicevamo i libri per il nostro lavoro sono uno strumento, aperto, straordinario, che deve funzionare anche da solo ma che noi vediamo sempre come punto di partenza o di arrivo. Quindi abbiamo immaginato che “Un posto obliquo” fosse una possibilità per far nascere tanto altro, sia da parte nostra che da parte di chi lo incontrerà. E questa per noi è la più grande curiosità, capire come si trasformano le possibilità quando c'è un incontro non previsto, cosa possa nascere da situazioni, pensieri, riflessioni, diverse dalle nostre. Ad esempio i servizi educativi del Palazzo delle Esposizioni stanno sviluppando i loro laboratori per le scuole sulla natura a partire dal libro e non vediamo l'ora di scoprire quali idee e cortocircuiti possa aver innescato.
Da parte nostra il lavoro sul Parco Chigi possiamo paragonarlo a quello fatto e che continua ad esistere per la Biblioteca, quindi un lavoro lungo e lento, che solo grazie alla costanza può pensare di raggiungere l'obbiettivo di consapevolezza collettiva che ci poniamo. L'idea della parata di comunità è nata da un incontro e da un'intuizione. Il gruppo di teatro di figura TrasFormAzione Animata di Napoli aveva realizzato una parata luminosa nel Rione Sanità a partire dal libro “Il giardino segreto”. Abbiamo subito visto una possibilità straordinaria per “Un posto obliquo” di diventare qualcosa di altro, le sagome bianche di Gioia sembravano rivivere in quelle enormi figure luminose, il buio e la luce sono elementi essenziali del parco e del libro. L'idea di far uscire fuori personaggi e storie dal piccolo scrigno tascabile per farle incontrare a tutti, anche a chi non ne avesse intenzione, ci ha affascinate dal primo momento. E' così nata l'idea de “Il parco dei miracoli”: una settimana di laboratori di comunità per realizzare tutto ciò che avremmo portato con noi tra le strade e nel borgo di Ariccia. La mattina nel cortile di Palazzo Chigi abbiamo lavorato con le classi per realizzare fiori e botaniche che dal parco potessero uscire e raccontarne la natura straordinaria. In parallelo un gruppo di studenti dell'Accademia di Belle Arti di Roma ha lavorato alla realizzazione delle due grandi figure di Renato e del guardiano. Il pomeriggio poi tutta la cittadinanza è stata invitata a dare una mano nell'allestimento di questo grande momento collettivo: giovani e anziani, bambini e genitori, artisti ed elettricisti, commercianti e persone che non hanno mai pensato di mettere in gioco le mani e il fare nel proprio tempo libero. Una comunità che si è ricreata giorno dopo giorno, attraverso il passaparola e la curiosità innescata dal vedere gli altri operosi, allegri, insieme. E' stato veramente emozionante anche per noi. Siamo riuscite per la prima volta forse ad arrivare dove spesso troviamo dei muri nel nostro lavoro quotidiano. I cittadini e le cittadine che non erano mai entrati in biblioteca ci hanno aperto le porte delle loro case, sono scesi per le strade con noi, i commercianti inizialmente infastiditi dalla richiesta di spostare i tavolini dalle strade, si sono emozionati e lo hanno fatto con gioia quando hanno incontrato questa folla allegra e intenta fatta di persone di tutte le età e di tutte le provenienze. E' stata un momento di sincera e collettiva accoglienza verso questo Renato sconosciuto e straniero arrivato da lontano per ricordarci storie e memorie che ci appartengono ma di cui avevamo perso traccia.
La sera della parata tutto il lavoro fatto è confluito spontaneamente in un momento magico, partito dal Belvedere, per perdersi nei vicoli di Ariccia, incontrare il guardiano a Palazzo Chigi fino ad arrivare nel fitto del parco e nell'Uccelliera dove tutti insieme a squarciagola hanno cantato e accompagnato l'incontro finale tra i personaggi. Un libro può essere tante cose, può essere incontrato in mille modi diversi e questo è il suo grande potere, di rimanere aperto e di essere abitato a seconda degli incontri.
C.P.: Ultima domanda, che riguarda come potete immaginare, eventuali anticipazioni sui prossimi libri di START edizioni. Saranno sempre dedicati ai giovani lettori, o avete nei vostri progetti anche quello di aprire al pubblico adulto? State già lavorando alla prossima uscita?
Giuliana e Gaia: non definiremmo Un posto obliquo un libro dedicato ai giovani lettori. Crediamo sia un libro per tutti. Sicuramente se letto in autonomia è un libro che forse si può apprezzare al meglio dall'adolescenza in poi perchè è più facile immedesimarsi nei pensieri e nelle emozioni di Renato, nei dilemmi delle scelte, nell'idea di disobbedienza come ricerca di una propria via.
Riguardo al futuro non siamo ancora pronte per il secondo SCOPRI, abbiamo tante idee che al momento si discostano un po' per imponenza da questo primo libro. Abbiamo ancora bisogno di tempo per farlo vivere come merita e per ora vogliamo concentrarci su questo. Non essendo una vera casa editrice, abbiamo anche la libertà di continuare a fare le cose in una modalità che rispecchia le esigenze del progetto, più che quelle del mercato o del settore editoriale. E crediamo che l'esigenza del progetto sia ancora stare: sul libro, nel Parco, nella possibilità di stupore che questo enorme lavoro ci offre.
Dal punto di vista più pratico è stato un lavoro bellissimo ma anche molto faticoso, in cui ci siamo rese conto di dinamiche e meccanismi già molto strutturati nel mondo dell'editoria ai quali con la nostra modalità di lavoro, non siamo in grado di rispondere. Il libro e i libri che nasceranno sono una costola di un progetto più ampio che assorbe comunque tantissimo del nostro tempo e delle nostre energie. Quindi non sappiamo esattamente cosa riservi il futuro di SCOPRI ma sappiamo per certo che sarà qualcosa di cui sentiamo l'urgenza, che nasca da una reale necessità. Ci sono un sacco di libri, sinceramente troppi, e non ci dispiace sentire anche la responsabilità di contribuire a un'ecologia letteraria, se così la possiamo chiamare.
Grazie a Giuliana Riunno e a Gaia Cianfanelli per aver condiviso con noi le loro visioni sulle politiche di fruizione dell'arte e su Un posto obliquo, loro prima e meravigliosa pubblicazione.
Per voi PiccoliLettoriCrescono
INFORMAZIONI TECNICHE
Titolo: Un posto obliquo
Autrice: Federica Iacobelli
Illustratrice: Gioia Marchegiani
Editore: START Edizioni
Collana: Scopri
Formato: 12x17, rilegato e illustrato, copertina rigida
Codice EAN: 9791221010985
Prezzo indicativo: 18 euro
Età di lettura: dai 12 anni