«...Non si può cambiare la legge senza prima cambiare la natura umana» diceva spesso una delle balie, guardando la massa di bambini in lacrime. Ogni volta che lo diceva, nei paraggi c’era un’altra balia molto meglio disposta verso il sistema, che ribatteva «Non si può cambiare la natura umana senza prima cambiare la legge ...»
Ci troviamo nel 2020 e
gli eventi accadono dopo la fine della Guerra Morale.
Le due fazioni che si combattevano sull’accettazione dell’aborto hanno trovato il compromesso pacificatore nella Legge sulla Vita, in altre parole un aborto retroattivo che può essere applicato ai ragazzi tra i tredici e i diciassette anni. La Legge stabilisce che la vita umana è intoccabile dal concepimento fino a quando il bambino compie tredici anni. Dopo questo momento i genitori possono decidere di “abortire” a condizione che la vita dell'adolescente non finisca del tutto ma continui attraverso quella di chi riceve la donazione.
Le due fazioni che si combattevano sull’accettazione dell’aborto hanno trovato il compromesso pacificatore nella Legge sulla Vita, in altre parole un aborto retroattivo che può essere applicato ai ragazzi tra i tredici e i diciassette anni. La Legge stabilisce che la vita umana è intoccabile dal concepimento fino a quando il bambino compie tredici anni. Dopo questo momento i genitori possono decidere di “abortire” a condizione che la vita dell'adolescente non finisca del tutto ma continui attraverso quella di chi riceve la donazione.
Pare inconcepibile,
eppure sembrerà fin troppo verosimile.
Tra le pagine, è assolutamente credibile.
Finito l’ultimo capitolo, fluisce una inevitabile scia di pensieri, che faticano a staccarsi da quella fantasia di carta.
Tra le pagine, è assolutamente credibile.
Finito l’ultimo capitolo, fluisce una inevitabile scia di pensieri, che faticano a staccarsi da quella fantasia di carta.
Connor apre la narrazione,
è confuso e si confida con quella che crede un’amica importante, un’ancora
forse. Quello che ha appena scoperto è a dir poco sconvolgente. Un incidente
stradale è l’evento che scatena gli avvenimenti, gli occhi del lettore restano
incollati alle pagine, rincorrono il ritmo incalzante che dura per tutto il
libro. Connor è la miccia che innesca la storia: un ragazzo un po’ ribelle e in
serio pericolo, è inseguito dalla Polgiov, il corpo di polizia governativo, e
lo sta braccando.
I capitoli si
identificano con i personaggi: Connor, Risa e Lev. Sono i tre protagonisti della
storia e, per quanto la situazione possa apparire astrusa, l’empatia è incondizionata.
L’autore avvolge il lettore nei panni di questi ragazzi, lo cala in quelle preziose
vite, attraverso le loro emozioni. Le azioni, anche le più audaci, sono veri
tuffi in empatiche immedesimazioni. Le riflessioni cui si è costretti sono
profonde e molto intime.
La trama si sviluppa
con le scelte che intraprendono i personaggi, con i loro rapporti che evolvono
e seguono la ribellione a un destino che altri hanno scelto per loro: Connor è
stato tradito dai genitori che,
insofferenti alla sua turbolenta adolescenza, hanno deciso di farlo Dividere.
Risa è un’orfana, una virtuosa pianista, ma le autorità statali hanno decretato
che non è abbastanza brava e quindi risulta
sacrificabile per la socialmente utile Divisione. Lev invece è una Decima, il
decimo figlio di una famiglia appartenente a una setta religiosa per cui è
giusto sacrificare il figlio tredicenne con la Divisione e per questo scopo è
cresciuto e indottrinato fin dalla nascita. Famiglia, Stato e Religione, tre
istituzioni chiare e messe in discussione.
Le descrizioni
evocative ci inducono a percorrere la stessa fuga dei ragazzi, nel bosco e
ovunque ci condurranno. Quello che passa per la testa dei giovani personaggi
inizia a riguardarci e si palesa l’orrore per la Divisione.
Non ci sono descrizioni splatter su questa gelida prassi, ma la si incontra nei pensieri sospesi, in alcune illazioni e nelle sensazioni di un personaggio secondario, Roland, il bullo per cui si prova tenerezza. Si tratta di una pratica accettata e legalizzata, disumana solo per i ribelli al sistema, come i Plaudenti, e che vede i ragazzi scelti come preziosi pezzi di ricambio. Anche una fonte di guadagno, oltre che di umanitaria utilità. Il lettore avverte benissimo il bisogno di fuggire e si unisce alla preda che scappa, tra mille interrogativi, tutti importanti.
Non ci sono descrizioni splatter su questa gelida prassi, ma la si incontra nei pensieri sospesi, in alcune illazioni e nelle sensazioni di un personaggio secondario, Roland, il bullo per cui si prova tenerezza. Si tratta di una pratica accettata e legalizzata, disumana solo per i ribelli al sistema, come i Plaudenti, e che vede i ragazzi scelti come preziosi pezzi di ricambio. Anche una fonte di guadagno, oltre che di umanitaria utilità. Il lettore avverte benissimo il bisogno di fuggire e si unisce alla preda che scappa, tra mille interrogativi, tutti importanti.
Quasi tutti gli
adolescenti di quel mondo conoscono l’episodio sbalorditivo dell’incidente
stradale che permette la fuga dei tre ragazzi. Si crea una sorta di alone
leggendario, regala speranza. Connor
viene suo malgrado trasformato nel “Ragazzo di Akron”, quello che ha
sbaragliato i temuti e invincibili poliziotti, quello che ha dimostrato la
fallacità di un sistema che sembrava perfetto.
Nel libro si incontrano
altri personaggi “leggendari”, come l’Ammiraglio e Humphree Dunfee. Sono delle
leggende metropolitane che affascinano e incuriosiscono. In genere gli
adolescenti concedono qualche attendibilità alle fantasie. Anche questi ragazzi
lo fanno, ne parlano e ingigantiscono ma capita anche che le leggende trovino delle
concrete collocazioni, e la storia non finisce di stupire.
L’ambientazione è una realtà
ipotetica che appare fin troppo vicina, è surreale eppure molto verosimile.
Da qui partono le riflessioni più efficaci.
Da qui partono le riflessioni più efficaci.
L’adolescenza è il vero
protagonista: gli sbalzi d’umore, l’inquietudine, l’ansia, la cocciutaggine,
l’aggressività, l’esplosione di vita e delle emozioni, travolgenti. Ho davvero
amato il modo in cui l’autore propone i suoi personaggi, con le potenzialità
nascoste, l’identità che si definisce, la scoperta personale e la sorprendente
forza e determinazione: sono commoventi. Indelebili.
La lettura di questo
libro è stata una vera esperienza, di quelle potenti.
È una storia avvincente
come poche, e fonte di tante riflessioni. Sono presenti molti spunti oltre alla
crescita evolutiva e complessa dell’adolescente. Ne individuo qui alcuni: la
figura del genitore che rifiuta la difficoltà che comporta l’educazione e
l’adolescenza problematica; i reali bambini divisi
(la fantasia si aggancia ai veri casi di cronaca accertati in Ucraina, Brasile
e chissà in quanti altri luoghi); le assurdità reali come la messa all’asta
dell’anima su ebay; la memoria delle cellule che ci appartengono, che ci
rendono unici e irripetibili; il diritto di trovare il proprio posto nel mondo,
che può comportare anche scelte difficili, qualche rischio, e così via.
Ognuno ne troverà altri, proprio perché il nostro patrimonio è l’unicità.
Ognuno ne troverà altri, proprio perché il nostro patrimonio è l’unicità.
Da lettrice, ho provato
innumerevoli emozioni, alcune molto forti, ma soprattutto sono tornata
adolescente, senza sforzo alcuno. A dimostrare la grande abilità empatica
dell’autore.
Il finale è ancora più
sorprendente, un commiato corale, aperto a nuovi inizi.
Di questo libro esiste
già una trasposizione cinematografica, ma non la conosco (se non il trailer), non
credo di voler vedere il film. Ritengo invece che questo sia un bellissimo
libro, da far girare ognuno nella propria mente. Non è una storia attraente da vedere ma sicuramente coinvolgente
da immaginare.
Informazioni
tecniche
Titolo: Unwind, la
divisione.
Autore: Neal Shusterman
Editore: Piemme (collana
Freeway)
Codice: EAN 9788856602203
Formato: 23x16,5 cm. Brossura,
copertina rigida
Pagine: 409
Prezzo indicativo: € 19,00
Età di Lettura: dai 13