Slider

SCELTI PER VOI: LILIM DEL TRAMONTO

mercoledì 24 dicembre 2025

 


Forse succede così, ogni notte di Natale, accade un incontro tra un bambino minuscolo appena nato all'inizio del tempo, anno zero, e uno moderno, contemporaneo, si fanno vicini, da lontane galassie, nelle storie di sempre, già dette, eppure ancora una volta nuove.

Lele è il ragazzino di un futuro distopico, di un tempo in cui la realtà virtuale è diventata virtù reale, una dimensione così realistica dei videogiochi da essere molto molto vicino al vero.

Lele trascorre molto tempo immerso nei videogiochi, con indosso un casco integrale e sulle mani dei joyglove con i quali agisce e controllo la virtù reale. 

Vive con la sorellina, Carlotta, di cinque anni e sua madre, affaticata dal lavoro e dalla solitudine di una famiglia mono-nucleare. È in continuo conflitto con il figlio proprio a causa della sua ossessione per i videogiochi. 

Ma dove va? Dove va quel suo bambino, in quali posti dove lei non può seguirlo? Questi giochi non sono cose che si vedono e si fanno: sono posti in cui si va. Lui va e cammina in un mondo che si crea dieci chilometri davanti al suo naso, e si disfa dieci chilometri dietro di lui. È l'infinito! Una chiazza personale di infinito, preciso, meticoloso, vivosimile, come dicono loro: lifelike. Che succhia comeun ragno nella rete il sapere di milioni di studiosi, secoli di conoscenze conquistate per tutt'altri scopi, e dirottate su quello: creare mondi. Mondi ossessivi, compilatori, innumerabilmente progettati, dove neanche una foglia è lì dov'è per caso, dove c'è tutto e ogni cosa: tranne lei.

Ma questo videogioco che Lele sta costruendo poco prima di Natale non è come gli altri. Ha qualcosa di speciale. Perché a differenza degli altri, Lele si rende conto che quella storia dentro il gioco ha relazioni anche con il mondo in cui lui vive. Non è solo una storia dentro la virtù reale.

Se ne accorge con estrema meraviglia, un giorno nel quale, insieme con tutta la sua classe va in visita a un presepe costruito da un vecchio frate, padre Giuseppe, all'interno della Chiesa dove vive. E un presepio meccanico, costruito con una perizia ingegneristica straordinaria, tutto in quel presepe sempre davvero vivo. E assomiglia molto al mondo virtuale che Lele ha costruito attraverso l'uso degli NPG, sistemi informatici di reperimento dati, che consentono ai giochi di essere il più possibile reali. E con sua sorpresa, uno dei personaggi da lui inseriti nel gioco, è esattamente il personaggio che il vecchio frate ha cercato di trovare per una vita intera nelle sue fonti, senza riuscirvi: Limim Piteké, una ragazzina vagabonda, che diventerà la protagonista di Palestina Quest, il gioco appunto costruito da Lele.

Da questo momento i piani si intersecano e si sovrappongono: da una parte i giorni e la vita di Lele che, sempre più preso dal suo gioco, sembra perdere il contatto con la realtà, se non fosse il confronto che cerca con padre Giuseppe su alcune svolte della storia. 

E poi la storia dentro la Palestina anno zero di Lilim Pitekè, che, come dice il titolo dato da Lele al suo gioco, è in ricerca del sicario assoldato per uccidere il bambino divino, il Messia, che molte profezie dicono stare per nascere.

Numerosissimi i personaggi convocati nella storia, magistralmente complessi, cioè fortemente caratterizzati, nessun di loro sembra essere un personaggio secondario, tutti godono di un posto d'onore nella storia che Lele e il vecchio frate costruiscono insieme. 

A partire da Zahel Onagro, il sicario, che Lilim incontra fin dal principio, e che lei, bambina vagabonda, con un occhio marrone e uno cieco color dell'ambra, accetta di seguire nel suo peregrinare per la Palestina da nord a sud, in cambio di un pasto giornaliero e di protezione.

Ma entrambi sanno l'uno dell'altro la loro identità nascosta, e sanno anche che sono sulla Via perché quel loro incontro diventi non la fine ma il principio di un nuovo modo di attraversare la vita e il tempo.

Lilim è affiancata nella storia da Cane Cotto, un ragazzino storpio, che la segue da vicino, e di cui lei si prende cura, lasciandogli sempre metà del suo pasto, Zahel infatti non vuole in nessun modo un altro ragazzino con sé da sfamare. Zahel prende Lilim con sé solo perché le serve da copertura per la ricerca di una giovane donna incinta, accompagnata dal marito falegname. Porta in grembo il futuro Messia, e lui deve ucciderli entrambi prima che nasca il nuovo Re, con il rischio per Erode ma anche per i Romani, predatori di quella terra, di dover fronteggiare un nuovo pericolo.

I due piani della storia procedono di pari passo, giorno dopo giorno, quello di Lele sempre più in bilico nella relazione con la madre, quello di Lilim, in un crescendo parossistico di personaggi che entrano in gioco, è proprio il caso di dire, senza esclusione di colpi, tra il gruppo degli zeloti che in un'imboscata uccide una delle schiere romane che girano per il territorio, ai due esseni, Jo-de e Zeitan, che sanno di dover proteggere la nascita del presunto Messia e che in più di un'occasione salvano i bambini dagli agguati ora di una strega ora dei soldati della guardia reale.

Difficile ridurre in poche righe un romanzo colossale, per l'impianto narrativo, avvincente, nuovo, nonostante questo libro sia stato pubblicato per la prima volta nel 1999, ben ventisei anni fa, per la cura dei dettagli che fanno della narrazione realmente una modalità di immersione totale nella storia della Palestina ai tempi della nascita di Gesù, per la lingua italiana così ben spesa a creare immagini evocative dense, potenti, indimenticabili.

Quello che emerge con forza in questa storia potentissima è la vita ardente dell'infanzia e dei bambini che la incarnano, un bambino che sta per nascere, protetto e salvato da altri bambini, bambini del futuro, bambini immaginari come Lilim, Bambini del Vento che salvano anche dalla morte la protagonista, bambini visionari, che sanno immaginare e desiderare, bambini che chiedono di essere ascoltati, non sempre e solo giudicati.

Questo ancora di più, oggi, dopo duemila anni di storia, quando l'infanzia è certo posta al centro delle azioni e delle protezioni degli adulti, ma non ovunque - le guerre ce lo dicono ogni giorno - e non sempre, nemmeno nel fortunato Occidente. 

Non c'era più missione, protezione, non c'era niente da fare se non quello. Non c'era al mondo nessun Messia bambino che le chiedesse di svegliare quel bambino che le dormiva addosso. Ogni bambino è nato Messia, e bisogna cullarlo. I Bambini del Vento, intorno a loro, si curvavano a curare i loro amici, bambini feriti. E quelli che non erano feriti,  si curvavano sull'erba nel punto in cui erano e chiudevano gli occhi. 

Se un senso ha ancora il Natale, per chiunque, che si creda o no, forse è questo rimettere al centro l'infanzia, fatta di corpi di bambini vivi, che devono restare tali e che chiedono tempo per l'ascolto, spazio per esperire la vita.

Con questo vi auguro di cuore un sereno Natale, che sia memoria di una nascita attesa, e prima perseguitata, ostracizzata, indifesa, perché in quel ricordo possiamo portare viva la vita di molti bambini ancora oggi perseguitati e indifesi.

Per voi Piccoli Lettori Crescono


INFORMAZIONI TECNICHE

TITOLO: Lilim del tramonto

AUTORE: Bruno Tognolini

EDITORE: Tea

DATA DI PUBBLICAZIONE: ristampa 2007

PAGINE: 324 pp.

FORMATO: brossura

ETÀ DI LETTURA: da 11 anni

ISBN: 978-8878-189904

PREZZO INDICATIVO: euro 10




".
CopyRight © | Piccoli Lettori Crescono - Book Avenue KIDS