La sua vita ha improvvisamente e tragicamente subito una battuta d'arresto: in un incidente stradale che ha coinvolto tutta la famiglia, sua madre è morta.
E lei, che ha bisogno di trovare un colpevole per accettare l'idea che sua madre non ci sia più, attribuisce a suo padre tutta la responsabilità. Era lui alla guida, era lui che litigava con la madre.
La rabbia e il risentimento verso suo padre sono gli unici sentimenti che le consentono ancora di sentirsi, di non sprofondare in un dolore senza consolazione.
Ma la vita, quella esterna va avanti, e ora si trova a dover scegliere la destinazione del tirocinio obbligatorio per l'ultimo anno di scuola di formazione per operatori socio-sanitari.
Senza sapere bene come e in contrasto con quanto le consiglia suo padre e fanno le altre compagne di classe, Capucine decide di prestare servizio in una casa di riposo per anziani. Anche l'amica Margaux, l'unica che riesce con il suo carattere brioso a non lasciare che Capucine si inabissi nella sua oscurità, pensa che non sia una buona idea quella di accudire persone anziane, sole e abbandonate.
Ma Capucine è irremovibile. È così che fra le pagine, a capitoli alterni, il lettore scopre la voce in prima persona anche dell'altra protagonista, Violete, un'anziana insegnante, che arriva molto malvolentieri nella struttura di ricovero, accompagnata dal figlio.
Entrambe, Capucine e Violete, diverranno l'una per l'altra lo specchio in cui vedere le proprie fragilità, accoglierle, rivelarle all'altra e imparare a non averne paura.
Violete infatti porta con sé, in casa di riposo, un segreto con il quale dovrà fare i conti, e Capucine invece quel segreto, che si annida nella storia complessa della sua famiglia, presto dovrà scoprirlo, imparando che a volte le cose accadono e non ci si può salvare dal dolore semplicemente trovando un capro espiatorio.
Insieme alle due protagoniste si stagliano dal fondo anche altri personaggi che sarebbe riduttivo definire secondari: c'è Patricia, la responsabile più grande della casa di riposo Bel Air, che accoglie Capucine con i suoi modi glaciali e implacabili, disillusa e logorata da anni di servizio; c'è Lili, che cerca lo sguardo dei pazienti e che mostra a Capucine il cuore di quel lavoro così negletto a occhi inesperti; c'è Romain, un ragazzo con una corporatura da gigante e dai modi delicati e gentili, che con pazienza e fatica riuscirà a mostrare a Capucine anche la possibilità di essere felici; e poi ci sono i "vecchietti", ognuno dei quali intrisi di storie preziosi e ricchissime, che è necessario sapere ascoltare, avere il tempo e la cura per prestare attenzione. Non da ultimo c'è Margaux, l'amica, l'unica che sa dell'incidente, l'unica che però non accetta di fare sì che la tragedia diventi il filtro attraverso il quale nutrire e far crescere l'amicizia con Capucine.
E poi c'è lo sfondo nel quale la storia di inserisce, uno sfondo contemporaneo e realista, fatto di fatica, di sotto-dimensionamento del personale nella casa di riposo, di rivendicazioni, di scioperi, per cui solo l'alleanza, le relazioni, i legami tra personale e pazienti, riescono a tenere insieme e a trasformare.
Un romanzo intenso, delicato e autentico, che mette in scena, con una scrittura cristallina e limpida la complessità dei sentimenti e delle vite dei protagonisti, al di là dell'età anagrafica.
Una storia nella quale la scrittura così distesa e lineare fa da contrappunto ai quesiti esistenziali e ineludibili che la vita porta con sé come un mistero: il senso della vita che custodiamo nel profondo, anche quando uno dei genitori muore; la dignità e il rispetto della vita che sta anche nei corpi decadenti delle persone anziane. Mi ha molto colpito e ho amato questo disvelamento dei corpi nei quali, proprio per la fragilità che manifestano, si annida il segno vivo di quella vita che palpita fino all'ultimo istante.
Non si scrive spesso di vecchiaia nei libri per ragazzi, soprattutto non se ne scrive in questi termini, ed è secondo me necessario invece offrire la possibilità ai giovani lettori di cogliere nella fragilità fisica delle persone anziane un invito alla cura, all'attenzione, all'ascolto, in un mondo attraversato implacabilmente solo dalla richiesta di corpi perfetti.
Anche Capucine dovrà fare i conti con la sua imperfezione, con una cicatrice profonda che le attraversa la testa, lascito dell'incidente, e che sceglie di coprire proprio attraverso le parrucche, cui affida non solo il compito di coprirle l'indicibile dolore che l'attraversa, ma che diventano nel tempo anche un modo personale di riconoscere a se stessa le proprie emozioni.
Sarà proprio nel perdersi cura dei suoi vecchietti, come li chiama lei, e delle loro fragilità che troverà la forza per prendersi cura anche delle proprie cicatrici fisiche e interiori, imparando a mostrarsi fragile e accogliere con gratitudine chi le vuole bene, abbandonato alla fine ogni parrucca.
Una storia che dovrebbero leggere tutti, perché la letteratura dedicata ai giovani lettori, è una letteratura per tutti.
Per voi Piccoli Lettori Crescono
Titolo: Far fiorire le ferite
Autrice: Delphine Pessin
Illustrazione di copertina: Wanda Vescio
Traduttrice: Rosa Vanina Pavone
Editore: Il Castoro
Collana: Hot Spot
Formato: pag. 192, brossura
Età di lettura: dai 12 anni
Codice EAN: 979-1255-330356
Prezzo indicativo: 16,50 euro