Accadde qualcosa mentre ce ne stavamo lì, occhi negli occhi. Ve lo assicuro. Qualcosa di grande. Come se nell'universo qualcosa rimasto fermo troppo lungo si fosse rimesso in moto, o se qualcosa in perenne movimento si fosse finalmente fermato. A ogni modo qualcosa accadde. Vedete, ero entrata in quella stazione di servizio sola. E ne ero uscita sola. Come mi capitava sempre, da anni, giorno dopo giorno, quando entravo e uscivo dalla stazioni di servizio - sempre sola. Ma in quel momento, il gattino fra le braccia, capii che forse ne avevo avuto abbastanza di quel "sempre sola". Accadde in un attimo, senza troppi clamori: chi mi avesse osservato da fuori, non potendomi leggere nel profondo del cuore, non si sarebbe accorto di nulla. Ma vi assicuro che fu un grande momento.
Coyote e suo padre, Romeo, sono in effetti in perenne movimento da cinque anni, costantemente in fuga da un dolore che ha sradicato entrambi dalla loro vita di prima.
In un incidente stradale, in un tempo fermo e violento, hanno perso il resto della loro famiglia, la madre-moglie, e le due sorelle-figlie. Da quel momento, per volere del padre, entrambi non dovranno mai più nominare la loro famiglia morta, e mai più nominarsi tra loro con i vecchi nomi. Coyote e Romeo sono infatti nomi nuovi, regolarmente registrati all'anagrafe, perché, ripete più volte nella storia Romeo, è inutile guardasi indietro.
Cominciano così a viaggiare, padre e figlia, a bordo di Yager, uno scuolabus riadattato a casa ambulante, con l'unico obiettivo di andare, attraversare confini, mettere chilometri e chilometri di distanza da tutto ciò che potrebbe ricondurli all'abisso dei ricordi.
Eppure ciascuno di loro, pensando di non essere udito dall'altro, si lascia andare di notte al pianto, ai ricordi, alla nostalgia, all'incapacità di trovare davvero una strada percorribile per tenere tutto ancora insieme e in vita, la vita di prima, il dolore di adesso, e il bene che nonostante tutto ancora tiene ancorati al presente il padre e la figlia.
Tutto sembra apparentemente funzionare, come ci racconta in prima persona Sunrise, con voce a tratti ironica e divertita, perché una vita in viaggio è pur sempre avventurosa e divertente anche quando scappi da un dolore grande. Questo fino a quando piccole crepe sembrano incrinare la fragile crosta che la ragazzina ha dovuto costruire a protezione del suo cuore.
L'arrivo di Ivan, il gatto minuscolo che decide di adottare, contravvenendo a un ordine del padre, e celando fino all'ultimo la presenza del nuovo ospite, apre una fessura in quel fragile mondo costruito sulla rimozione. È la prima volta che accade il non detto in quel sodalizio di auto-aiuto che padre e figlia hanno stabilito in modo implicito fin dal dramma che li ha colpiti. Coyote ne è consapevole ma qualcosa comincia a diventare troppo difficile da sopportare: lei è una ragazzina di tredici anni per la quale la solitudine diventa ogni giorno più difficile da sostenere e lei ha bisogno di Ivan.
La crepa sembra aprirsi definitivamente quando Coyote riceve la notizia, comunicatale dalla nonna per telefono, che il parco del suo vecchio quartiere presto verrà raso al suolo, per fare posto a un nuovo quartiere residenziale.
Qualcosa sembra precipitare definitivamente perché in quel parco, ai piedi di un albero, è custodito un tesoro, che lei deve assolutamente recuperare, ma se dicesse a suo padre che deve tornare, non ne otterrebbe che un secco diniego, oltre al fatto che la strada che la separa da casa è lunghissima e suo padre non potrebbe mai percorrerla nel tempo necessario, seppure trovasse un modo per convincerlo.
Ma Coyote non può più far finta che tutto proceda solo ed esclusivamente in avanti, sente il bisogno di tornare a prendersi cura di sé anche guardando indietro a quei ricordi che fanno male, anche imparando a custodire la memoria delle sue sorelle e di sua madre, senza lasciarsi tuttavia dilaniare dal dolore.
E così, ancora una volta con uno stratagemma, Coyote riesce a condurre il padre in viaggio verso casa: è bastato dirgli che è stata presa da un Desiderio Impellente, abitudine questa che hanno consolidato per seguire la strada dei desideri e del futuro, per gettare il cuore avanti, sempre oltre, e provare a costruire nuovi ricordi. Questa volta il Desiderio Impellente consiste nel voler mangiare un piatto prelibato che fanno solo in quel posto, guarda caso non troppo lontano da casa.
Da qui la storia prende davvero l'avvio, con una serie di argute strategie messe in campo dalla ragazzina, per cercare di arrivare in tempo. Così riesce a ottenere dal padre il permesso di accogliere un passeggero a bordo di Yager, in modo da condividere la fatica della guida. Lester, musicista innamorato, in viaggio verso la stessa direzione di Coyote, a riconquistare la sua fidanzata, dopo aver risposto alle tre domande di rito che servono per essere ammessi in casa, viene accolto a bordo. Ma Lester non sarà che il primo, anzi a dire il vero il secondo dopo Ivan, di una serie di persone che entrano nella vita di Romeo e Coyote, aprendo quel nucleo, apparentemente autosufficiente, alla possibilità di essere d'aiuto ma anche di trovare aiuto.
Infatti, dopo uno sventurato colpo di scena nel quale Coyote viene lasciata in una stazione di servizio da Lester e Romeo, ovviamente ignari del fatto, e salvata da un'altra famiglia in fuga, anch'essa composta da due persone, Salvador, un ragazzino come Coyote, e sua madre, anche i due nuovi amici entreranno a far parte del gruppo a bordo di Yager.
Salvador e Coyote, dopo i primi giustificati momenti di diffidenza, impareranno a fidarsi l'uno dell'altra, costruendo un solido legame di amicizia.
Diversi saranno i colpi di scena attraverso i quali nuovi viaggiatori percorreranno insieme a Coyote e a Romeo la strada verso casa, e diverse le complicazioni che sembreranno mettere in serio dubbio la possibilità che Coyote arrivi prima che i bulldozer spazzino via tutto, non ultima la scoperta da parte del padre della sottile trama che la ragazzina ha architettato per andare verso casa senza che lui potesse intuirlo.
Non vi svelerò il finale, alcuni aspetti tuttavia mi sembrano importanti da sottolineare, per mostrare come la narrazione di questa storia sia davvero un'occasione per amare ancora di più la letteratura per ragazzi.
La poetica degli spazi in questa storia sembra essere fondata tutta sul mettere al centro luoghi di confine, luoghi di margine, ma al contempo pubblici, dove ci si può sentire persi, dove le stesse persone sembrano appartenere a quel margine, tutti fuori dalla vita come uno vorrebbe che fosse e che in qualche modo si aspetta che sia, spazi tuttavia dentro i quali accadono incontri pieni di significato. Le persone che attraversano questi luoghi sono tutte disarmate, senza armatura, senza protezione, creature fragili che la vita ha messo a dura prova. Ma è proprio questa condizione che permette loro di creare nuove possibilità di ascolto e accoglienza.
Ecco allora che oltre alle stazioni di servizio, innumerevoli lungo tutta la narrazione, anche la stesso scuolabus diventa una casa del margine, prima chiusa in se stessa a proteggere i suoi viaggiatori in fuga dal dolore, poi sempre più aperta, e soprattutto con una botola sul tettuccio, che mette in comunicazione l'interno con l'esterno, quell'interno pieno di ricordi sepolti e quell'esterno di cielo, cui basta tenersi ancorati ben saldi alle balaustre e aprire lo sguardo vero la notte. È lì che Coyote e Salvador sentono di poter rivelare l'uno all'altro e rivelare in fondo anche a se stessi quei segreti, che, se tenuti sepolti troppo in fondo, avrebbero rischiato di privarli anche della gioia, oltre che del dolore.
È come se in questi spazi, in cui i confini con la natura non sono ben definiti, e dove a volte la natura stessa sembra prendere il sopravvento manifestandosi in tutta la sua potente grandezza, i protagonisti potessero davvero aprirsi all'incontro con l'altro fuori di sé.
Protagonisti tutti contrassegnati da una forte e delineata personalità, ciascuno dei quali cerca in questo perpetuo viaggio fuori e dentro di sé, un modo per tornare a casa. Una casa che tuttavia non sarà mai, per chi come loro ha vissuto lo sradicamento della perdita, un punto fisso e immobile, ma un luogo in cui provare ostinatamente a crescere imparando a tessere legami profondi, a sentire, a sentirsi, oltre la paura ineludibile di perdere ancora di nuovo tutto.
Una storia profonda e intensa, in cui la scrittura è capace di scavare con ironia e leggerezza, anche attraverso dialoghi straordinari, nelle vite dei protagonisti e divenire sentiero, cammino, viaggio verso ciò che ciascuno ha bisogno di ritrovare per sentirsi a casa.
Una storia da non perdere, per tutti, non solo per giovani lettori.
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