Di questa storia colpisce tutto, in diversi modi: come una lama che incide chirurgicamente e mette in mostra sotto la pelle le parti più interne del nostro corpo, rendendoci vulnerabili e fragili; o come un pugno ben assestato al centro dell'addome che lascia senza respiro.
C'è molta bellezza tuttavia, e cura e speranza, anche in una storia così, così dura, intendo.
La storia è una storia semplice, ordinaria: c'è una ragazza di nome Bianca Bianchi, quasi trasparente, come il suo nome, agli altri, a volte persino a se stessa.
Conduce una vita semplice, ordinaria, come tutta la sua famiglia: va a scuola, senza avere chissà quali brillanti risultati, ha un fratello, Carlo, che adora, due genitori che gestiscono un bar, lavorando ostinatamente senza pause. Per questo Bianca e Carlo sono diventati nel corso degli anni genitori l'uno per l'altra.
Bianca ha anche due cari amici, Olivia e Chicco, che frequentano l'accademia di danza e con i quali trascorre il tempo del fine-settimana in modo semplice, ordinario, vedendo un film, giocando con giochi da tavolo.
In questo mondo così semplice ma in fondo ben ordinato all'improvviso qualcosa prende a incrinarsi.
Tutto comincia con la partenza di Carlo per Parigi, il quale finalmente ha l'occasione, finite le superiori, di intraprendere un corso di studi all'estero. Bianca è felice per lui, infelice per sé: con la partenza del fratello si sfilaccia un ordito, e Bianca resta a casa, sempre più sola, a spiare la nuova vita di Carlo sui social, ad abitare in una terra di mezzo, paludosa e inerte, in cui osservarsi da fuori nella propria insignificanza.
Poi Carlo torna per Natale, ma oramai qualcosa è cambiato, per sempre. Lui è distante, altrove, nella città europea dove ad attenderlo ci sono i suoi nuovi amici, la sua vita.
Bianca sembra restare indietro, come Greta, la ragazza di Carlo, che lui lascia, per l'eccessiva distanza, perché a volte i legami sono un ostacolo, più che un dono.
Da quel momento la vita di Bianca subisce un lento, inesorabile, tracollo.
Greta, prima che essere la ragazza di suo fratello, è e continua a essere una sua compagna di classe. Brava, bravissima e bellissima, che sembra volersi vendicare su Bianca per il suo dolore.
All'inizio sembrano incidenti, una spinta e il cioccolato che si rovescia bollente addosso a Bianca, poi scherzi di cattivo gusto, la giacca nel secchio dell'immondizia, la porta dello spogliatoio che si apre mentre Bianca è quasi nuda, poi in maniera sempre più ossessiva e violenta Bianca diventa il bersaglio di soprusi, azioni truci, angherie, che lentamente devastano il suo mondo, trascinandola in un vortice di isolamento e abbandono.
Tutti ridono di lei, tutti sembrano guardarla da una distanza abissale mentre lei sprofonda sempre più in basso.
All'improvviso però accanto a Bianca compare Mila, che chiude la porta dello spogliatoio, che l'aiuta a rialzarsi, che la sostiene nello studio, un'amica nuova, trasparente proprio come lei, però capace di sentire il suo dolore, di ascoltare fin nelle sue profondità quel grido lacerante che le scoppia dentro per tutte le violenze che continuano a catapultarglisi addosso senza che nessuno osi muovere nemmeno un dito.
Ma la verità è spesso più spigolosa, più sottile, più amara e dolorosa, si cela sotto il pesante strato di ciò che abbiamo bisogno di sapere, e che spesso però non corrisponde al vero.
Bianca assiste impotente lungo un intero anno di scuola alla demolizione pezzo per pezzo di ogni sua consolante certezza, di ogni sua briciola di identità, non le resta più nulla, solo Mila sembra restarle accanto.
Non posso svelare oltre, perché questa è una storia che va vissuta parola per parola, pagina dopo pagina.
L'architettura della narrazione è magistrale: si alternano in un caleidoscopio di voci, quella di Bianca in prima persona, che strato dopo strato, rivela il gelo della sua disperazione, quella del narratore esterno, che, atterrito, registra fedelmente il lento e drammatico scivolare di Bianca nel suo abisso, quella della compagna responsabile di tanto male, che tessendo in una rete di azioni malvagie la vita della protagonista, pensa di curare il proprio dolore, provocando sofferenza, "facendola pagare" a chi è più fortunata di lei.
Il linguaggio è preciso, lento, una sorta di ricamo fatto di parole, che punto dopo punto, tessono l'indicibile, mettendo in scena il dolore della solitudine, di un abbandono, di un tradimento, da cui origina un male così acuto da doverne procurare un altro, per raccontare con una millimetrica esposizione la disattenzione del mondo adulto, l'inganno meschino delle proprie paure, che volendo celare ai ragazzi, tentiamo invano di celare a noi stessi.
Una storia potente, dura, che fa male, ma al fondo della quale prorompe casuale una piccola scintilla di luce, una lama sottile, che abbagliando la verità, porta Bianca a una scelta audace, sparire, scappare, lontano, dove nessuno sa chi è, dove i suoi silenzi vengono accolti, la sua fragilità non giudicata, la sua anima in frantumi curata, quasi semplicemente, viene da dire, con una nuova vita, ordinaria, fatta di piccoli gesti di cura, per gli altri e verso di sé.
Una storia che dovrebbero leggere e rileggere non solo i giovani lettori, ma anche gli adulti.
Indimenticabile!
Per voi, Piccoli Lettori Crescono
Titolo: Senza una buona ragione
Autore: Benedetta Bonfiglioli
Editore: Pelledoca
Pagine: 244
Formato: brossura
Età di lettura: da 13 anni
Prezzo: euro 16
Codice EAN: 978-8832-790306