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SCELTI PER VOI: LA CANZONE DI ORFEO

domenica 23 giugno 2019



Lo dicevamo da sempre che c'era la magia nell'aria lungo l'Ouseburn. Sorseggiavamo vino, ascoltavamo il fiume guardando le stelle, condividevamo i nostri sogni da artisti, sogni di diventare musicisti, poeti, vagabondi, qualunque cosa ci fosse di diverso, di nuovo. Ridevamo dei ragazzi che non erano come noi, quelli che già parlavano di carriera, di mutui e pensioni. Ragazzi che desideravano essere vecchi prima di essere mai stati giovani. Ragazzi che desideravano essere morti prima di aver mai vissuto. Stavano scavandosi le loro stesse tombe, innalzavano le mure delle loro stesse prigioni. Quanto a noi ci tenevano stretti alla nostra gioventù. Eravamo liberi, spensierati. Dicevamo che non saremmo mai diventati vecchi e noiosi.
Ella e Claire sono amiche da sempre, da quando hanno memoria: Ella sognatrice, svagata, alla ricerca di un senso che dia al tempo e alla vita la misura del suo mistero, Claire inquieta, osservatrice, alla ricerca di sé stessa e della libertà, in equilibrio precario tra ciò che la società, le convenzioni, il mondo degli adulti richiede per diventare grandi, e il desiderio di trovare la propria personale forma per stare al mondo.
Hanno diciassette anni e camminano in bilico tra il vuoto di aspettative cui non aderire più e l'immenso pieno di un traboccante senso vitale, che non trova espressione se non in un indicibile oltre misura. 
Fino a quando, durante le vacanze di Pasqua, Claire, in viaggio con il gruppo di amici che condivide con Ella, alla quale però i genitori hanno impedito di andare, incontra Orpheus, un ragazzo singolare, che viaggia in compagnia della sua lira. La musica è il suo linguaggio, lo strumento, viene proprio da dire, attraverso il quale tutto ciò che è e che, come si scoprirà nel corso della storia, rappresenta trova compimento. 
Orpheus incanta, strega, ammalia il gruppo di amici: nella sua musica c'è tutta la melodia sottesa del mondo, il fruscio delle ali di una farfalla, la voce sottile dei fili d'erba quando crescono, il rumore dei pensieri che non osano venire a coscienza. È c'è la strisciante consapevolezza del termine di ogni cosa, la sensazione che accanto, dentro, dietro, intorno alla vita che pulsa si trovi il suo esatto contrario, la fine di tutto, il buio, l'immobilità, il non essere che la Morte porta con sé.
Claire viene anche lei trascinata dalle note della lira di Orpheus, così tanto, da volerla condividere con Ella, attraverso il suo cellulare.
È l'inizio, solo l'inizio, di una grande trasformazione che travolgerà Ella e Claire e tutti gli amici che partecipano all'incontro. 
Ella s'innamorerà di Orpheus senza mai averlo visto, perché in lui c'è il canto di ogni creatura, di ogni vita che viene alla luce, c'è la bellezza palpitante di ogni essere vivente.
E c'è la fine che tutto travolge, e in cui rinascere nonostante tutto.
In lui c'è il canto del mito che mette in scena, fonda e ricostruisce l'indicibile del Mistero che ogni vita contempla.
Perché il mito di Orfeo e Euridice, tramandatoci dalla tradizione letteraria e religiosa della Grecia Antica, è vivo, e questa storia ne è la prova. 
Così David Almond, in questa straordinaria, stupefacente, immaginifica storia, riesce a dare volto contemporaneo al mito, da cui originarono nel VI sec. a.C. i culti orfici prima, e i misteri eleusini poi.
Tutto diviene nuovamente possibile attraverso la narrazione: che Ella trovi la morte per il morso di un serpente, nascosto tra le dune, mentre insegue Orpheus, proprio come Euridice; che Orpheus, dilaniato dal dolore, vaghi disperato, fino a quando, grazie all'aiuto di Claire, non trova il coraggio di intraprendere il viaggio nell'Aldilà, per riportare in vita la sua amata; che sia Claire, attraverso una maschera da lei stessa costruita, la maschera che il teatro antico greco utilizza per valicare il confine tra mito e storia, a raccontare il viaggio di Orpheus nell'aldilà. 
Tutto del mito antico trova nuova voce in questa storia, fino al corpo dilaniato di Orpheus sulla spiaggia, fino all'ineluttabilità della Morte, fino alla possibilità che quello stesso mito, attualizzandosi, abbia il potere di rifondare ancora oggi elementi costitutivi della nostra esistenza. 
E la giovinezza rappresenta il terreno fecondo di questa narrazione, il momento in cui ogni cosa è ancora possibile, e il tempo non è che un prezioso momento luminoso che splende a volte per sempre, nella luce di una parola, di una narrazione, di quel mito, vivo ancora oggi. 
Un libro che ho amato immensamente e che auguro a tutti di poter leggere. 
Forse fummo pazzi quel giorno. Forse alcune delle cose che sembrarono accadere non accaddero per davvero. E forse molte cose che parvero accadere nei giorni e nelle settimane successive non accaddero per davvero. Forse fu solo perché eravamo giovani, e perché essere giovani è come essere pazzi. Forse essere umani, a qualunque età, significa un po' essere pazzi. Ma forse le cose migliori che facciamo, e le cose migliori che siamo, nascono dalla pazzia. 

Informazioni Tecniche

Titolo: La canzone di Orfeo
Autore: David Almond
Traduttori: Giuseppe Iacobacci - Wendell Ricketts
Editore: Salani
Codice EAN: 978-88-9381-063-0
Formato: brossura con alette, 21x14
Pagine: 256
Prezzo indicativo: euro 14,90
Età di lettura: (+13)







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