No temas a donde vayas, que haz de morir donde debes.
Santa Muerte affonda le sue radici nella civiltà azteca, ma è ancora ben salda nell’altare del suo regno, molto diffusa in Messico, ma nessun confine pare arrestarne il dominio.
Mi sono documentata, sono dovuta andare oltre la storia: è merito del progetto, porta lontano, ma ho chiara la percezione di come lontano sia del tutto relativo e come i confini non siano muri, ma gorghi.
La storia è ambientata in Messico, il protagonista, Arturo, vive in una baracca ad Anapra, che è un quartiere periferico di Juárez, dove si vive tra desolazione e paura, che a volte si presenta con il rombo di un pick-up.
I fantasmi sono quelli di chi è sparito nel nulla.
È il territorio di confine con El Norte, l’America, che attira come il miele chi vuole fuggire dalla povertà e dalla violenza, ma una volta seguito il profumo, ad accogliere le famiglie e i disperati, c’è una trappola: qui si arresta il sogno e incatena tutti alle dinamiche di potere stabilite dalle bande dei narcos, dalla polizia in parte corrotta, dai traffici illegali, dagli interessi economici e politici delle istituzioni, che sconfinano eccome. Tra questi ci sono le maquiladoras, le fabbriche in territorio messicano di proprietà straniera, luoghi senza tutele, che sfruttano i tanti disperati, soprattutto donne, che per raggiungerle rischiano ogni giorno di sparire per sempre.
Il quadro in cui si svolge la storia di Arturo non è solo povero ma anche pericolosissimo.
Vivere al confine, è un gioco d’azzardo, e Arturo prova a salvarsi con quello, grazie alle sue capacità di buona memoria e di destrezza nella calavera, il gioco di carte più diffuso. Calavera, come il biscotto che si mangia nel Dìa de los Muertos, a forma di teschio.
La trama non va svelata. Gli eventi subiscono colpi di scena e si deve arrivare alla fine senza scoprire le carte.
L’ambientazione e l’atmosfera sono descritte in modo avvolgente, fino a calare il lettore tra la polvere e l’orizzonte sbarrato dal muro, che è ancora incompleto eppure letale. Lì, dove ogni giorno ci sono fughe impossibili e proiettili facili.
La vita ha un valore, ma a deciderlo sono altri uomini.
Tra le baracche ci sono anche castelli, ma di segreti. Il denaro decide la sorte degli abitanti e anche Santa Muerte raccoglie banconote tra le offerte, pesos o preziosi dollari, ma il riscatto può avere un prezzo troppo alto.
Santa Muerte, la sorella bianca, è una figura che inquieta e accoglie, i suoi occhi sono due buchi neri, gorghi imperscrutabili, quello che può concedere è imprevedibile come la vita stessa.
La sorte che attende ogni personaggio di questa storia è appesa a fili sottili, l’idea di potersi affidare a una forza superiore è comprensibile e umano.
Le piacciono tutte le cose che piacciono a noi.
Lei aiuta chiunque chieda aiuto.
Aiuto, lo gridano tutti, in questo thriller contemporaneo che scuote e appassiona.
La storia del protagonista ci interessa: le ferite che lo hanno forgiato, gli affetti, i sogni e i rimpianti.
Arturo è un personaggio tridimensionale, sentiamo che è vero, terribilmente reale.
È una lettura mai banale, con una sensibilità ruvida, ma proprio per questo scava in profondità. Offre una maggiore consapevolezza.
È una lettura che sicuramente non finisce con l’ultima pagina.
Arturo ci estorce un profondo affetto e continua a scorrere oltre il libro, inesorabilmente, come il Rio Bravo.
Buona lettura!
Informazioni editoriali:
Titolo: Santa Muerte
Autore: Marcus Sedgwick
Traduzione: Giulia Guasco
Editore: Pelledoca
Codice: EAN 9788832790153
Formato: 14x21 cm, brossura
Pagine: 227
Prezzo indicativo: € 16,00
Età di Lettura: da 15 anni