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SCELTI PER VOI: L'ANIMA SMARRITA

domenica 23 dicembre 2018


Se qualcuno fosse in grado di guardarci dall'alto, vedrebbe che il mondo è pieno di persone che corrono in fretta e furia, sudate e stanche morte, nonché delle loro anime in ritardo, smarrite, che non riescono a stare dietro ai loro proprietari.
Nel mezzo di un bosco abitato da alberi radi e ammantato di neve si muovono minuti, a piccoli gruppi, bambini e grandi, che lasciano visibili solo le tracce dei loro passi. Si intersecano e si disperdono ovunque, per entrare a poco a poco e con una visione prospettica ravvicinata, dentro la storia. 
Così si apre questo meraviglioso albo illustrato che narra, nella forma del linguaggio propria delle narrazioni eterne, la storia di un uomo...
...che lavorava sodo e molto in fretta, e si era lasciato ormai da un pezzo la propria anima alle spalle. Senza anima non viveva neanche male - dormiva, mangiava, lavorava, guidava la macchina, e giocava perfino a tennis. A volte però aveva l'impressione che intorno a lui fosse diventato tutto piatto, gli sembrava di muoversi sul foglio liscio di un quaderno di matematica, un foglio ricoperto di quadretti tutti e uguali e onnipresenti.
Ma un giorno qualcosa cambia e l'uomo all'improvviso perde il ricordo del proprio nome e con esso quello della sua identità e la connessione con la realtà circostante.
Il passaporto sepolto in fondo alla valigia è l'unico strumento in grado di restituirgli qualcosa di sé. E così, spaventato, decide di chiedere consiglio a una dottoressa vecchia e saggia. 
Sarà lei a svelare il mistero e insieme la cura: ha perso la propria anima, nella fretta del tempo che lo ha travolto lontano da sé. E di cure efficaci la vecchia saggia ne suggerisce solo una: ritirarsi in posto tutto suo e fermarsi ad aspettare che la sua anima lo ritrovi. Potrebbero volerci anni, basterà sapere aspettare.
Da qui la narrazione delle parole lascia tutta la suggestione del viaggio alle illustrazioni: da un interno caffè di uomini soli, tra i quali spicca con uno sguardo assente il protagonista Jan, si entra, letteralmente, nel fitto di un bosco, rigoglioso e vivo, dentro il quale, dal fondo delle pagine a quadretti, emerge la casa, il luogo che Jan ha scelto per aspettare la sua anima.
E così pagina dopo pagina i ricordi della vita passata si alternano alla dimensione di un tempo sospeso, dove a un tavolo siede in attesa Jan, a cui crescono barba e capelli, mentre piante e animali fanno a turno la loro comparsa, come fossero frammenti dispersi di quell'identità perduta. 



Al tavolo si aggiungono seggiole e la finestra  che gli sta davanti si apre, lasciando intravedere un sentiero, mentre una folata di vento che scompiglia le tende annuncia il trascorrere delle stagioni e l'arrivo tanto atteso dell'anima perduta. 
Con essa, stanca, sporca e piena di graffi, tornano le parole scritte e il colore, che travolge, vivifica, riconnette il sé del protagonista al flusso incessante della vita, che scorre dentro e oltre la propria dimensione corporale.



È una storia necessaria questa, come lo sono le fiabe, i miti, tutte quelle narrazioni che hanno a che fare con la dimensione inintelligibile della natura umana, con il mistero che ogni vita, umana, vegetale e animale porta con sé. 
Della fiaba ha l'incipit e il finale:
Da quel momento vissero a lungo felici e contenti, e Jan stava molto attento a non fare nulla più in fretta di quanto non riuscisse a fare la sua anima.
Dei miti ha la mescolanza propria del tempo delle origini, in cui uomini, animali, divinità e piante vivevano in relazione nella dimensione prolifica dei significati, con strappi, lacerazioni e suture, ma sempre in relazione, e con l'esito certo di aver imparato dalla frattura del proprio equilibrio, a ritrovare se stessi.
La parola e l'immagine sono in questo albo, l'uno in contemplazione dell'altro, in una sequenza nella quale, laddove la parola dice, l'immagine costruisce in piccoli dettagli, con tagli prospettici, che invitano il lettore a guardare da fuori, a entrare con lo sguardo, ad attendere sul limite della storia. Laddove la parola tace invece, l'immagine prorompe,  nel lussureggiare del mondo vegetale che sembra essere quel luogo intimo in cui l'anima si disperde e allo stesso tempo si ritrova, invitando il lettore a seguire da vicino, per entrare anch'egli nel viaggio. 
La parola di Olga Tokarczuk, nella traduzione di Raffaella Belletti, è precisa, essenziale, contiene e rimanda, in una sequenza si significati e significanti che fanno lievitare nel lettore un senso di smarrimento e attesa; il tratto di Joanna Concejo, nell'assenza del colore, almeno fino all'epilogo, e nell'uso delle matite, dilata oltre il confine della pagina la dimensione spazio-temporale altra dalla quale la storia ha avuto origine. Ma allo stesso modo in questa alterità del tempo il lettore può riconoscere il segno preciso di un'appartenenza che diventa intima e personale quando si arriva in fondo alle pagine, e la casa nella quale Jan ha scelto di attendere la propria anima, prende colore, divenendo prossima e familiare e suggerendo così al lettore di procurarsi anch'egli una casa, nel fitto bosco della propria interiorità, per sapere attendere il ritorno della propria anima.
Che consistenza, figura, forma, colore abbia l'anima di Jan in questa storia, e forse quella di ciascuno, lascio a voi lettori scoprire, perché il finale di questa storia riserva davvero la sua più grande meraviglia.
Con gratitudine e affetto per le vostre letture, auguro a tutti voi serene feste di tempo lento e di attesa luminosa.

Info Editoriali
L'anima smarrita
di Olga Tokarczuk, Joanna Concejo
Traduttore: R. Belletti
Editore: TopiPittori
Pagine: 48 p., ill. , Rilegato
EAN: 9788833700021
Età di lettura: Da 8 anni
Prezzo: circa € 24,00







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