“Lei emana luce. Io emano buio.(RITRATTO, AUTORITRATTO: Gemelli. La Luminosa e l’Oscuro).”
La lista dei libri folgoranti non può essere
lunghissima, perché quella postazione si guadagna difficilmente. Sono tanti i
libri belli, ma solo alcuni oltrepassano la membrana delle emozioni più
profonde, dopodiché germinano e diventano una parte della vita stessa, come le
esperienze che lasciano traccia.
Io
ti darò il sole, per me, è uno di questi.
Sono i ragazzi a
narrare in prima persona, i due fratelli adolescenti. I fatti si mescolano agli
stati d’animo in conflitto. La fatica ad affermarsi si somma agli sforzi per evitare
i bulli surfisti e le fastidiose vespa-girl, a farsi accettare dai genitori che
come sempre “non capiscono”. Un figlio non dovrebbe sentirsi un ombrello rotto, ma fa parte del
passaggio di iniziazione anche quello. I ruoli che assumono i protagonisti, che
paiono netti, sono in realtà ancora molto indefiniti e possono anche ribaltarsi.
L’adolescenza è il
periodo più artistico dell’anima, quando per plasmarsi e potersi finalmente
riconoscere davanti a uno specchio, si cambiano mille volte le carte in tavola,
si comincia poi si butta tutto all’aria per ricominciare ancora, finché non
emerge quell’io autentico, che era tanto difficile da scovare.
La storia narrata da
Jandy Nelson ha indubbiamente una meta, è addirittura un giallo per certi
aspetti, ma è così succoso il cammino per raggiungerla che non viene voglia di
arrivare in fretta al traguardo.
La narrazione compie balzi
temporali e anche la prospettiva muta, altalenando il punto di vista tra i due
protagonisti: Noah e Jude, i due gemelli. Quindi il racconto procede a due voci
e pure distaccate negli anni: i tredici anni di Noah e i sedici anni di Jude,
finché il tempo non li ricongiunge. Una lettura difficile o impegnativa?
Nemmeno un istante.
L’istante
appunto è il tempo che pare assorbire il lettore. I personaggi condividono in
un modo così intenso le proprie emozioni, che il tempo si fonde continuamente
nell’istante più importante. Ogni momento, scelta e passo che compiono i due
ragazzi, sono attimi essenziali della rispettiva crescita e consapevolezza. La
storia infatti si svolge dai tredici ai sedici anni dei protagonisti, età
fumosa per eccellenza, figuriamoci con in mezzo un evento che li stravolge.
La turbolenza che
scuote tutti i personaggi parte dagli adulti, che sono delle figure in secondo
piano ma le loro scelte, e gli eventi che generano, trascinano tutti in un
baratro e carica di fardelli i due fratelli che, da sempre affiatati, finiscono
per negarsi, snaturarsi, fino a non riconoscersi più.
Segreti e verità
distorte si srotolano lungo le pagine ma quello che conta è ogni momento
vissuto, denso, riportato con abilità cinematografica quasi, come se il lettore
lo potesse davvero sperimentare. Le emozioni provate da Jude o da Noah, lasciano
un segno, uno sguardo privilegiato nella loro intimità. Sono personaggi
intensi, come vorrei incontrare in ogni libro, li potevo scorgere nitidamente
mentre leggevo.
Ho apprezzato molto lo
stile vivace dell’autrice, cinematografico appunto, brillante, sicuro. La
parola “calzante” è anche visione:
potrei dire di aver visto questo libro e non di averlo letto.
C’è uno stretto legame
nella trama e nei protagonisti con il mondo dell’arte e della creatività e
aggiunge fascino all’insieme. Il talento è parte della storia, ognuno ha il
proprio, anche se non sempre è evidente. Disegni, quadri e schizzi sono un po’
ovunque nella vita dei personaggi, soprattutto ci sono delle furiose pennellate
in aria e nei loro stati d’animo. Noah è un artista, a tutto tondo, pensa
attraverso quadri immaginari, esprime se stesso attraverso il flusso creativo
continuo. Jude plasma la materia, in principio crea con la sabbia, di cui ama l’effimera
durata, poi prova con la creta, vorrebbe plasmare una sfuggevole verità, ma è la
creazione con la pietra, attraverso la polvere, la furia e la spaccatura, che libera
se stessa e chi si ama.
In effetti, questo è un
libro con molte crepe, nei cuori. Guillelmo, lo scultore, burbero e misterioso,
ritiene che una crepa, come un errore dell’esecuzione, a volte sia la soluzione
per trovare la strada giusta, per far uscire nel modo migliore quela figura che
vuole liberarsi dalla pietra, una sorta di nascita e redenzione insieme. E in
questa storia accade anche alle persone.
Di Noah ho amato i
taccuini, gli schizzi rubati, ma ancora di più i titoli che attribuisce ai
quadri immaginari che raffigurano le emozioni che prova: brillanti, evocativi e
spassosi. Il suo mondo fantastico è contagioso e affascinante. Allo stesso modo
è amabile l’assurda presenza dei fantasmi che seguono e perseguitano Jude. Gli
espedienti riparatori che lei mette in pratica non riescono a proteggerla dalla
vita cui si sottrae. Sono preziose gemme che abbelliscono la storia di
formazione dei due fratelli, allontanati dagli equivoci, dagli eventi tragici e
dalla difficoltà di definire la propria personalità. Prima di potersi
riavvicinare, devono ritrovare loro stessi.
Un libro intenso perché
ricco di emozioni.
Nella storia ci sono
amori grandissimi, travolgenti. Non flirt o semplici attrazioni ma vere
folgorazioni. Perché è l’amore passionale e inevitabile che sbaraglia e
trascina tutto e tutti. Ma c’è anche sofferenza, odio e rabbia, a volte violenta,
ci sono tanti tipi di tradimento, ci sono segreti che cambiano il corso degli
eventi, distruggono e sicuramente non proteggono nessuno. Ci sono incontri
casuali e coincidenze…o forse non lo sono.
Ci sono crescite personali
importanti e belle, bellissime.
C’è la consapevolezza di se stessi che
rasserena persino l’orizzonte.
E poi il libro finisce…ed è un gran peccato!
Informazioni
tecniche
Titolo: Ti darò il sole
Autore: Jandy Nelson
Traduttore: L. Celi
Editore: Rizzoli
Codice: EAN 978-8817087407
Formato: 22x14 cm, copertina
rigida
Pagine: 485
Prezzo indicativo: €
17,50
Età di Lettura: da 13
anni