Dalla nostra inviata Cristina Marsi.
In questi giorni, in pieno centro
storico, dietro la grande piazza che guarda il mare di Trieste, si è appena
conclusa una mostra di illustrazione dedicata ai creativi che ogni mese illustrano
le pagine di una popolare rivista slovena per bambini, Galeb. Abbiamo colto
l’occasione per intervistarne alcuni.
Una di queste illustratrici è
Dunja Jogan, che prima di tornare nella sua città ha trascorso diversi anni a
Roma.
Allora cominciamo subito col chiederle come mai ha lasciato la capitale
per tornare in questo nostro appartato e un po’ dimenticato territorio del Nord
Est, e che rapporto ha con la multiculturalità triestina. Secondo te,
intraprendere una carriera artistica qui, è penalizzante oppure si viene
stimolati dall’atmosfera di una città particolare come Trieste?
Mi sono trasferita a Roma, perché
dopo gli studi di grafica e illustrazione ad Urbino, avevo il desiderio di fare
esperienza in una grande città. E così è stato, ho lavorato per 8 anni
all’interno di agenzie grafiche e pubblicitarie, a fianco di colleghi
talentuosi che venivano un po’ da vari angoli d’Europa. Ho imparato moltissimo
da loro e dai clienti per cui ho lavorato e disegnato (Wind, Trenitalia,
Bertolli, Nastro Azzurro, Molinari e tanti altri)…Era un periodo molto
impegnativo, lavoravo molto e sentii il bisogno di condividere le mie
esperienze con qualcuno… fu così che in vacanza conobbi il mio compagno, un
triestino sloveno (come me) e decisi di tornare a Trieste. Non sapevo cosa
avrei trovato, ero un po’ spaventata, tornavo dopo 15 anni. In realtà Trieste mi
ha accolto bene, mi sono messa in proprio dopo qualche anno e ho trovato una
dimensione più intima, più a portata di una persona un po’ timida come me.
Trieste poi confina con la Slovenia, ha varie anime, e quindi ho curiosato
oltre confine, illustrando per alcune case editrici slovene e la Rete ha fatto
il resto, collegandomi anche con la Svizzera e l’Inghilterra.
Tu nasci come grafica e designer, ci racconti quando e come ti sei
appassionata all’illustrazione? Cosa è scattato dentro di te per decidere di
dedicarti ai libri per ragazzi?
Ho sempre disegnato, da quando
ero piccola. Essendo timida mi esprimevo attraverso l’arte. Leggevo volentieri,
ma ancora di più amavo le favole che mi raccontavano i miei genitori… Inventavo
storie, le disegnavo per evadere un po’ dalla realtà, quindi avevo sempre il
desiderio di illustrare storie per bambini, ma forse non ne avevo completamente
il coraggio. Ho cercato di illustrare facendo il mio lavoro di grafica, ma il
tempo a disposizione non era abbastanza. Così una volta tornata a Trieste, mi
sono licenziata da dove lavoravo e ho iniziato a illustrare full time. In
realtà affianco ancora a questo lavoro la grafica, ma l’illustrazione è
preponderante, in tutte le forme. Tengo anche laboratori per bambini, e questo
mi dà moltissime soddisfazioni.
Come ti ispiri o cosa ti ispira? Qual è il carburante che ti fa
partire?
In primo luogo il testo è molto
importante, da lì parto, poi mi ispirano moltissimo la natura e l’arte, ma
anche la vita reale. Quest’anno ho scritto il mio primo albo (Srečkov kovček- La valigia di Felix, pubblicato in
Slovenia) che ho anche illustrato, ed era ispirato in parte alla vita
reale.
Che tipo di storie preferisci illustrare? Hai dei colori, delle
tecniche preferite? Qual è stato il primo libro per ragazzi che hai illustrato?
E l’ultimo?
Mi piacciono molto le storie un
po’ meditative- riflessive, poetiche, che hanno a che fare con la natura (il
vento, la pioggia, il mare, la luce), anche gli animali mi piacciono molto. Ultimamente ho illustrato anche
storie ironiche con orchi e mostri ed è stato molto divertente. Quindi benvenuta anche l’ironia,
mistero e sorpresa. Il colore preferito è l’azzurro,
per la sua leggerezza, senso di libertà. La tecnica che uso è mista. Il primo libro era molto piccolo,
bilingue, l’ultimo è Srečkov kovček-
La valigia di Felix che ho anche scritto.
Gli ultimi libri scritti e
illustrati da Dunja.
Un’ultima domanda che non è una domanda, ma uno spazio vuoto da riempire
con ciò che vorresti dire e ancora non hai detto nelle risposte precedenti.
Qualsiasi pensiero, riflessione o considerazione tu voglia condividere con chi
leggerà questa intervista.
Disegnare libri per bambini per
me e come nuotare nel mare immenso, più nuoti e più scopri mondi sommersi,
meraviglie, ma c’è anche la corrente che ogni tanto ti sbanda e allora devi
nuotare più forte per arrivare dove vuoi. Ma la cosa più bella è godersi il
paesaggio …
I bambini in questo mi insegnano
molto, con il loro entusiasmo nell’ascoltare storie e imparare cose nuove,
scoprire mondi sommersi…
Grazie Dunja, ti auguriamo tutto il bene e il bello che la vita può
dare.
E non vediamo l’ora di vedere i tuoi prossimi libri!
Per Piccoli Lettori Crescono