Come una mano sulla testa, quelle orecchie di gatto, messe sui capelli, danno a Bridge la sensazione di conforto, di potercela fare.
Infatti, nonostante alle elementari sia quasi morta a causa di un gravissimo incidente stradale e nonostante il patto con le sue migliori amiche, Tabhita e Emily, a volte sembri vacillare, lei è lì, in quel preciso momento, nell'esatto istante in cui la vita si compie, per una ragione speciale.
Ha saltato per intero la terza elementare, di notte spesso viene assalita dagli incubi che il suo corpo sia ancora intrappolato dalle bende che le hanno impedito di muoversi, ma un'infermiera, quando è stata dimessa, le aveva detto una cosa che le aveva fatto cambiare il modo di pensare a se stessa. Ovvero:
Tredici ossa rotte e un polmone perforato. Devi essere venuta al mondo per una ragione ben precisa, bimba mia, se sei sopravvissuta.
Bridge, nome non casuale, mutuato dalla stessa protagonista dal suo precedente Bridget, dopo l'incidente, attraversa così tutta la storia, come una sorta di funambola nel tentativo di capire la sua ragione di vita, e nel contempo, cercare di contenere, gestire, esplorare anche quel magma incandescente che fuoriesce da ciascuna delle sue amiche e davanti al quale lei si sente spesso così diversa.
Tab infatti sembra aver trovato la sua ragione nelle sequela di un'insegnante, che guida i ragazzi a riflettere e lavorare sulla difesa dei diritti umani. Em invece scopre il suo corpo, la sua forza fisica a calcio e il desiderio di essere apprezzata. Si caccia così in un bel guaio, a causa di alcune foto, che cominciano a girare e che la mettono in imbarazzo e di cui lei stessa è l'autrice.
Eppure ciascuna di loro, non solo Em, ma anche Tab e Bridge, hanno la loro parte nell'essersi lasciate sfuggire la situazione di mano. Potremmo considerare questo l'innesco della storia, eppure scopriamo presto che altre storie viaggiano segretamente su binari paralleli, solo noi lettori, come custodi della parola scritta vi abbiamo accesso, noi e l'autrice. La quale, con una straordinaria capacità narrativa, mette in scena dialoghi serrati, situazioni, difficoltà, senza mai cedere allo sguardo adulto, ma con delicatezza e con uno sguardo vero, autentico.
Le storie allora si intrecciano, in modo lieve e profondo, come fossero fili di un tessuto che la vita rappresenta: quella di Bridge e delle sue amiche; quella di Sherm, un amico che Bridge incontra al laboratorio di Tech Crew, con il quale sempre più sente di potergli confidare cose che non aveva mai detto a nessuno, ma senza per questo sentire di essersene innamorata; e infine quella di una protagonista misteriosa, la cui vita, narrata in un tu-specchio si svolge in un solo giorno, quello di San Valentino, un giorno emblematico, per dirci che forse la ragione vera per cui ciascuno di noi sta al mondo è in fondo quella di voler bene, un bene però a largo spettro, che include la capacità di perdonare e perdonarsi, e quella di saper aspettare nel rispetto del bene di un altro.
Numerosi sono anche gli altri personaggi che si muovono in un caleidoscopio di azioni, dialoghi, presenze che li rendono vivi e veri, così i genitori di Bridge, e quelli di Tabitha, Adrienne, la ragazza che lavora al Bean Bar del padre di Bridge, e la nonna di Sherm, e Celeste, la sorella di Tabhita, e il professore di Tech Crew.
Insomma una storia nella quale ci si immerge senza più sapersene staccare, perché la scrittura dinamica, incalzante ti trascina dentro e ti fa sentire lì, vicino a ciascun protagonista, a sentire la meraviglia, la difficoltà, il dolore, la gioia di crescere e valicare il confine tra l'infanzia e l'adolescenza.
Il libro è finalista al Premio Strega Ragazzi 2020.
Auguri allora e che vinca il migliore!
Per voi Piccoli Lettori Crescono
Informazioni tecniche
Titolo: L'amore sconosciuto
Autrice: Rebecca Stead
Traduttrice: Claudia Valentini
Illustratore della copertina: Marcos Chin
Editore: Terre di Mezzo
Pagine: pp. 312
Formato: narrativa, cop. rigida, 21,5x14,5
Età di lettura: (+11)
Prezzo indicativo: euro 14,90
Codice EAN: 978-886189-517-1