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SCELTI PER VOI: Sangue dal naso

venerdì 23 marzo 2018


Dieci capitoli, dieci scrigni ricchissimi, per raccontare la sua infanzia: è Nadia Budde che scrive e illustra, in questa strepitosa graphic novel, i ricordi della sua infanzia nella DDR degli anni '70, quando il muro, che vivisezionava Berlino, era uno spazio da cui sbirciare improponibili slogan, da sminuzzare e ricomporre a uso di uno sguardo bambino, capace di un disincanto vivido e vero, proprio di chi attraversa il tempo e lo spazio nel qui e ora.



Nascono così associazioni di immagini che fluttuano dentro le parole e viceversa, costruendo sequenze ritmiche esilaranti, ironiche, potenti. 
A cominciare proprio da quello slogan appeso a un balcone al di là del Muro, a Berlino Ovest, che, come la tessera di un domino, innesca la narrazione a cercare di capire fino in fondo cosa davvero questo muro divida, visto che anche al di qua, dove vive la Nadia bambina, esistono i nonni d'infanzia (un complemento di specificazione che da quel momento connoterà lo spazio semantico e figurativo entro il quale la narratrice sceglie di muoversi), e le case di campagne (e d'infanzia, è sottinteso), e gatti di campagna, e così via.



In un graduale scendere a fondo nelle pieghe della vita e dei ricordi della protagonista, che affronta, con questo aprire scatole, temi diversi, nel tentativo di decodificare e riportare ai proprio sentire, le multiformi facce della realtà, senza adottare un punto di vista politico e giudicante, eppure mettendo in luce tutte le idiosincrasie che Nadia bambina riesce a cogliere, e dunque tornando ad essere davvero e in senso pieno un punto di vista politico.
I suoi personaggi sono caricature, ma non c'è, anche in questo caso, uno sguardo derisorio, anzi, quello che appare, come fossimo dentro l'immaginario bambino della protagonista, la quale vede per esempio la morte di città fare a gara con la morte di campagna, in un'escalation di ironia davvero geniale, è il senso dell'imprevedibile colto come occasione per sconfinare senza limiti, senza freni, a immaginare addirittura che dalle due morti possa nascere un figlio, e che questo pianga sempre (non vi svelo il finale di questa relazione perché bisogna vederlo e leggerlo).



Eppure è un immaginario che viene ricondotto a una cifra specifica e speciale: essere bambini era..., come cita l'incipit di un intero capitolo dedicato a questa visione prospettica unica, secondo la quale gli elementi della realtà e i fatti che accadono acquisiscono un significato proprio, come la dimensione del tempo meteorologico che cambia e che viene percepito e misurato sulla base di esperimenti vividi e intimi. 



Proprio da questa prospettiva tuttavia la bambina Nadia scopre anche "brandelli di verità", come lei stessa dice e che la portano a farsi domande sulla libertà di esprimere i propri pensieri e desideri, sul senso della morte e della vita, dello scorrere del tempo, questa volta non quello meteorologico, ma quello intimo, che ci fluisce dentro, di istante in istante, e a che a volte resta impresso in una sola singola immagine, una sola singola estate.
Uno sciame di mosche è uguale agli altri sciami di mosche. Tutte le estati dell'infanzia sono uguali a un'estate.
Fino a quando arriva quel momento unico in cui nello spazio interiore si apre una crepa e il mondo entra a chiederci di partecipare, di provare a fare cose nuove, di metterci in sfida...e diventare grandi, superando noi stessi, e si, purtroppo anche il nostro io bambino.
Un libro intenso, profondo, ironico, intimo, in cui parole e immagini sono le une il controcanto delle altre, che invita lettori di ogni età a recuperare il senso del proprio divenire alla luce e nella luce della memoria della propria infanzia.
Consigliatissimo!

Informazioni Tecniche

Titolo: Sangue dal naso
Autore: Nadia Budde
Illustratore: Nadia Budde
Traduttore: Soledad Ugolinelli
Editore: Topipittori
Collana: Gli anni in tasca Graphic
Codice: EAN 978-8898-5237-19
Formato: 22x15
Pagine: 192, illustrate
Prezzo indicativo: 16 euro (cartaceo)
Età di lettura: (+8)

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