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DAL LIBRO ALLO SCHERMO: La grande Gilly Hopkins

lunedì 13 novembre 2017

Cosa voleva, in realtà?
Smettere di essere una "bambina in affido".
Essere vera, senza virgolette.
Essere cigno, non più brutto anatroccolo, essere Cenerentola con tutte e due le scarpine ai piedi, Biancaneve dopo i nani... Essere Galadriel Hopkins, finalmente diventata se stessa.

Per la rubrica:"Dal Libro allo Schermo" oggi, vi propongo un classico per ragazzi, pieno di calore, arguzia e ironia: La grande Gilly Hopkins, la cui protagonista è una ragazzina unica, terribile, indifesa, spregiudicata e sincera allo stesso tempo, perdutamente innamorata e perennemente alla ricerca della madre che non vede dall'età di tre anni e che l'ha abbandonata nelle mani dell'assistenza sociale e di una serie infinita di famiglie affidatarie.
La commedia drammatica diretta da Stephen Herek è stata sceneggiata e prodotta da David L. Paterson, che ha adattato questo libro per ragazzi di Katherine Paterson, la stessa autrice del romanzo Un ponte per Terabithia ripreso in un film per il cinema nel 2007.


Nel film, l’undicenne Gilly (Sophie Nélisse) è ben nota agli assistenti sociali e, al causa del suo carattere del tutto ingestibile, ha cambiato diverse volte famiglie affidatarie. Pur continuando a sperare di ritrovare la madre naturale Courtney (Julia Stiles) e non potendo la nonna (Glenn Close) occuparsi di lei, viene mandata a vivere con i Trotters.La famiglia ancora più strana di quanto lei stessa non sia, Gilly non ha alcuna intenzione di rimanere nella loro casa ma l’allegra e affettuosa Maime Trotter (Kathy Bates) non si arrende di fronte alle sue resistenze e cerca di conquistarla. Il piano di fuga che Gilly elabora però non va a buon fine e lentamente la bambina comincia a guardare la nuova famiglia con occhi diversi...

Katherine Paterson è nata nel 1932 in Cina, dove ha vissuto fino allo scoppio della guerra con il Giappone nel 1937. Da allora dice di aver cambiato più di trenta case in tre Paesi, tra i quali il Giappone, dove probabilmente sarebbe rimasta se non avesse incontrato suo marito durante un congresso a New York. Ha vinto innumerevoli premi, tra i quali i prestigiosi Newbery Medal (per Un ponte per Terabithia, Mondadori 2007, libro dal quale è stato tratto un film), l'Hans Christian Andersen Award e, nel 2006, l'Astrid Lindgren Memorial Award.



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